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Mons. Valentino Di Cerbo, “Gesù Ricordati di me…”

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La preghiera del ladrone accanto a Gesù crocifisso è la preghiera dell’uomo che davvero ha compreso Dio e la sua misericordia. Ad Alife, in Cattedrale, per la Domenica delle Palme

vescovo valentino alla domenica delle palme
La processione delle palme dalla chiesa di Santa Caterina verso la Cattedrale

La Redazione – Domenica delle palme affollata, in ogni parrocchia della Diocesi di Alife-Caiazzo. Complice anche una tiepida giornata di sole, famiglie intere non sono mancate all’appuntamento con la celebrazione che apre i riti della Settimana santa: da ieri, fino a domenica prossima sarà un susseguirsi di celebrazioni, momenti che accompagnano il credente all’incontro con Gesù Risorto.
In Cattedrale, mons. Valentino Di Cerbo ha presieduto la messa, concelebrata dal parroco don Cesare Tescione e don Alfonso De Balsi.
Nell’omelia, una riflessione sul vangelo della Passione, letto in questa circostanza e il venerdì santo; una lettura che tanto prende soprattutto per quegli aspetti che rivelano il dramma, la sofferenza, “il fallimento del Figlio di Dio”, come ha definito il Vescovo, invitando però ad andare oltre una lettura apparente e scenografica dei fatti.
Se pur Dio appaia incapace di salvare se stesso, San Luca proprio in questo vangelo ne rivela l’assoluta misericordia, il protagonismo, l’azione di partecipazione al dolore degli uomini”. Sottolineando come Cristo non si sfila dalle difficoltà ma nel suo cammino si accompagna alle donne piangenti di Gerusalemme, alla quotidianità del Cireneo, alla sorte di due malfattori crocifissi accanto a lui. “Sono le parole del ladrone sulla croce ‘ricordati di me…’ a rivelare che Dio non si nasconde in questo momento di dolore, e dalla sua bocca viene fuori la preghiera dell’uomo pio convinto di avere Dio accanto, sua una croce identica alla sua…”.
vescovo valentino alla domenica delle palmeLo sguardo dei fedeli invitato ad andare oltre le scene di frustate e sangue, di cadute ripetute e passi ansimanti, ma ad alzarsi verso la croce, dalla cui altezza il Padre ha ancora una volta la possibilità di guardare l’umanità riunita intorno a lui, e mostrare l’esempio di un sacrificio condiviso, anche con i malfattori.
Da qui l’invito del Vescovo a “non scherzare con il peccato, a non sottovalutare il male che compiamo: quanta corruzione, quanti giovani disoccupati o costretti a lavorare in nero a causa dell’avidità di potere e ricchezza altrui: è in questa circostanza di apparente lontananza che Dio torna ad affiancarsi all’uomo…e si fa carico del peso delle sue ferite, dei suoi limiti, del male che gli impedisce di vedere e sognare valori alti”.
Ha concluso poi il Vescovo: “È un invito alla condivisione questo Vangelo, ad essere come Gesù Cristo, protesi verso l’umanità che soffre”.

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