Cade l’Amministrazione comunale di Alife. Un atto notarile porta l’unanime decisione di maggioranza e minoranza sulla scrivania del sindaco
La Redazione – “Finisce in modo indecoroso un’amministrazione altrettanto indecorosa”. Così Gianfranco Di Caprio a nome della minoranza consiliare si esprime a distanza di qualche ora dalle dimissioni di ben 8 consiglieri comunali (4 di minoranza e 4 di maggioranza).
Dopo alcuni giorni di confronto, questa mattina è stato protocollato al Comune di Alife l’atto notarile in cui sono indicate – contemporaneamente – le dimissioni di Di Caprio, Maietti, Pece, Meola (minoranza) e di Bergamin, Sasso, Santagata e Palmieri (maggioranza), seppur, come spiega lo stesso Di Caprio “avevamo chiesto, e più volte lo abbiamo fatto negli anni, che questo atto avvenisse in forma pubblica durante un Consiglio comunale”.
“La nostra azione – continua l’ormai ex consigliere di minoranza – risponde al dovere che ci impone il ruolo istituzionale che rivestiamo nei confronti dei cittadini alifani vessati da un’amministrazione poco trasparente e non all’altezza delle emergenze o delle attese”.
Se la posizione e i sogni della minoranza erano chiari da tempo e hanno trovato concretezza solo a due mesi dalla prossima tornata elettorale, sul ruolo della maggioranza ci si chiede come mai, dopo aver rimesso cariche ed aver preso freddamente e gradatamente le distanze dal sindaco Avecone, solo ora si è trovato il modo per invertire rotta. C’è aria di nuove liste, nuove coalizioni, nuove (o forse restaurate) formazioni partitiche in città. La “rottura” di questa mattina lascia fin da ora il campo libero ai progetti di chi intende fare politica o rimettersi a fare politica, contando anche sulla sfilacciata maggioranza di Avecone.
Ha senso commissariare un Comune a così poco tempo dal voto? Secondo Di Caprio, questo tempo potrebbe essere sufficiente allo Stato “a prendere atto delle inadempienze amministrative più volte denunciate dalla nostra minoranza”.
Giuseppe Avecone – questa mattina ad Alatri per la festa di San Sisto (la città laziale è infatti unita ad Alife dalla devozione per l’unico santo) – ha concluso il suo mandato amministrativo con la fedeltà della sola giunta consiliare, la squadra degli ultimi fedelissimi.