Ultimo saluto al giovane 20enne alifano, che vola in cielo tra gli applausi di tutti e il saluto commosso di amici e familiari. Dicono molto di lui le parole che Alessandro scriveva ai genitori poco tempo fa (leggi in basso)
di Anna Rita Zulla | “Quello che si prova non si può spiegare. Dietro non si torna, non si può tornare giù, quando ormai si vola non si può cadere più”. Questo verso della canzone “Gli Angeli” di Vasco Rossi, ci piace dedicarlo ad Alessandro Zazzarino, il giovane di 20 anni giunto nella cattedrale di Alife oggi pomeriggio per l’ultimo saluto da parte dei familiari, i parenti e tutti i suoi amici, prima di volare in cielo per sempre.
E vi è arrivato non prima di aver fatto un giro in macchina per tutte le strade del paese, attraversando, ad occhi chiusi stavolta, i luoghi dove tante e tante volte ha passeggiato sorridendo.
Un ultimo viaggio il suo, dove tutto era addobbato a festa, petali bianchi e coccarde, sempre bianche; e poi palloncini e cuori del colore della sua squadra, rossi e neri. La maglietta da calcio, col numero e la scritta “Alessandro Zazza” indossata dalla sorella che a lui ha donato una corona di fiori con la dedica “20 anni di te”.
Un pianto fermo in gola a quasi tutti i presenti, tanti, tantissimi. Tutta la sua classe, i suoi compagni di avventura, gli insegnanti: proprio nessuno è voluto mancare. “Non guardiamo alla bara e ai loculi dei cimiteri…quello è solo il guscio. La morte non è questo, è una rinascita, è la vittoria di Gesù sul male della terra. Di certo il volto amorevole di Dio è stato accanto ad Alessandro per tutto il tempo del suo dolore, ed ora lui stesso starà parlando col Signore chiedendo di donare grazia ed alleviare il dolore dei suoi cari”. Ha parlato così il vescovo Valentino Di Cerbo che ha presieduto alla celebrazione, accompagnato dai sacerdoti don Cesare, don Mario, don Emilio. E sempre il vescovo ha continuato: “ E’ da poco terminata la Pasqua e ora noi ci ritroviamo come Maria sotto la croce, che in silenzio piange ma accoglie la morte del figlio. A Lei ci affidiamo e a Lei chiediamo la pace” .
Una celebrazione accorta, molto raccolta e sentita. E’ l’atteggiamento di quanti non sanno darsi risposta di fronte ad una morte giovane come questa, di fronte ad un evento che ci piomba addosso come un terremoto, sconvolgendo gli animi, cambiando i piani, le prospettive e le certezze. Morire a 20 anni e ci si chiede il perché, ma la risposta non si trova, tanto è grande il mistero del cielo, tanto è alto il volo. E allora si sta in silenzio, per cercare di alleviare un cuore che batte forte, uno sbigottimento generale. Si rimane increduli ed inermi.
In prima fila i chiesa, i genitori, la mamma e il papà che hanno con coraggio lasciato il figlio nelle mani di Gesù. I nonni, gli zii, la fidanzata silenziosa, triste, persa. Un’assenza troppo grande per il momento, un vuoto enorme da riempire. “Mio piccolo grande amore – ha letto la sorella dopo la funzione – “mi hai lasciata senza parole. Mi manchi e sono qui per dirti che sei stato il regalo più prezioso che mamma e papà potevano farmi. Il regalo più bello che la vita mi ha dato. Sono orgogliosa di te, sono onorata di essere stata tua sorella. Io e te non avevamo bisogno di parlare, ci bastava uno sguardo. E io sento che anche ora mi stai parlando. Grazie amore mio, perché anche adesso che non ci sei più mi stai lasciando la tua forza… e per te io continuerò a sorridere ed ad amare chi tu amavi. Sei il mio guerriero, il guerriero della luce che se ne va da vincitore”.
Ad Alessandro vogliamo fare un applauso per aver saputo godere ed apprezzare il dono della vita, regalo del Signore. Pochi sono venti anni, è vero, ma per lui sono stati meravigliosi; momenti indimenticabili i suoi, come ci raccontano gli amici, la fidanzata che adorava. Giornate, attimi, emozioni, canzoni, partite, gite, feste. Tutto carico di allegria, di amore a lui che ha dato il cuore e altrettanto cuore ha ricevuto. Ha sorriso sempre, fino alla fine, non si è mai arreso alla tristezza, allo scoraggiamento, al pianto. Ha amato questa vita fino all’ultimo respiro, l’ha apprezzata, assaporata, vissuta. E questo è ciò che è grato a Dio che lo ha amato a tal punto da volerlo con Lui. Perché Ale, la morte non è niente, ti sei solo spostato dall’altra parte…A te, con il cuore.