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Piedimonte Matese bella da vedere. Dopo 26 anni una nuova guida turistica. L’INTERVISTA

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Diecimila copie stampate, in parte già diffuse nelle scuole e sul territorio. Per i bambini una miniguida che li porta alla scoperta delle bellezze cittadine in compagnia di Ludovico Paterno, poeta piedimontese del 1500, protagonista dei circoli culturali rinascimentali di Napoli

Guida Piedimontedi Giovanna Corsale – Lo scorso novembre è stata pubblicata la Guida Turistica di Piedimonte Matese (dopo 26 anni dall’ultima edizione), frutto degli studi e delle ricerche di Iolanda D’Angelo e Fabio Brandi della Cooperativa culturale Effatà e realizzata con il contributo del Gal Alto Casertano. Abbiamo fatto una chiacchierata con gli autori, i quali ci hanno accompagnati nella conoscenza del progetto a monte dell’interessante opera, che passa in rassegna le bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche del capoluogo matesino. Per l’occasione è stata redatta anche una piccola guida del Museo Civico Raffaele Marrocco.

Come nasce l’idea di una Guida Turistica di Piedimonte Matese?
La guida è il risultato di una serie di ricerche che portiamo avanti dal 2006. Non rappresenta soltanto il punto di arrivo dei nostri studi, ma soprattutto, al di là di ogni retorica, ma la possibilità di essere considerata punto di partenza soprattutto per i ragazzi che intendono conoscere il patrimonio storico-artistico della città.

Quali sono i modelli con cui vi siete interfacciati o dai quali avete preso spunto per la sua realizzazione?
L’intento principale è stato quello di rievocare l’impresa compiuta dal prof. Dante Marrocco, nato e morto a Piedimonte Matese, il quale ha fatto della sua città e del Medio Volturno il fulcro dei suoi appassionati studi.
Per quanto concerne l’impianto strutturale dell’opera, ci siamo richiamati alla Guida Rossa del Touring Club. Come quest’ultima, la Guida Turistica di Piedimonte Matese vuole trasmettere informazioni dettagliate, ricorrendo a dati certi sui luoghi e sui personaggi. In tal senso, nell’introduzione abbiamo cercato di specificare la funzione che rivestono monumenti e soggetti attori dell’entourage culturale piedimontese.
Di grande importanza per le nostre ricerche è stato il contributo di Marcellino Perrotti, storico di fine ‘800, come fonte indiretta e diretta recuperando documenti d’archivio preziosissimi e una rara cronologia di Vescovi.

Quali sono state le fasi di stesura del testo?
Dopo che il progetto è stato affidato alla Società Cooperativa Effatà, abbiamo proceduto a raccogliere il materiale bibliografico disponibile su Piedimonte, cercando di applicare, nella nostra ricostruzione, il principio del “museo diffuso”, secondo cui un territorio va studiato per la concentrazione di opere in esso presenti.
Il lavoro è reso ancora più efficace grazie ad un cospicuo materiale fotografico, arricchito da scatti inediti.

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Qual è in sintesi il percorso storico-artistico di Piedimonte Matese che la guida propone?
Nella guida abbiamo voluto mettere in evidenza la centralità che Piedimonte ha avuto, a partire dal ‘400 in poi, sia nel campo storico che nel settore produttivo del territorio, centralità rafforzata dai rapporti stretti con Napoli, allora capoluogo campano.
L’acme dello sviluppo viene raggiunto senz’altro nel ‘700, quando i Gaetani, signori di Piedimonte, ottengono il titolo principesco. A partire da quel momento, la città pullula di artisti vari: il Trutta, Nicola Maria Rossi, Francesco De Mura. De Dominicis, trattatista, nel redigere la biografia dei più rinomati pittori napoletani, si sofferma sulla ricchezza tipica della corte dei Gaetani, dedicando uno studio agli affreschi presenti nella Cappella del Rosario (Chiesa di San Tommaso D’Aquino) dipinta dal Cavaliere D’Arpino.

Una discreta sezione è dedicata ad alcuni personaggi significativi per città. In base a quale criterio la scelta dei loro nomi?
I personaggi sono stati scelti per via bibliografica, riservando uno spazio privilegiato ai nomi presenti nella toponomastica di Piedimonte Matese. A ciò si aggiungono  artisti e storici che hanno lasciato una traccia tangibile in città, dando un’impronta significativa al suo sviluppo culturale.

La primavera in arrivo non può che essere occasione propizia per mettersi in cammino tra le strade, gli antichi vicoli della città e gli scorci che essa riserva.

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