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Piedimonte Matese. Gli affreschi “ritrovati” della cappella di San Rocco. A breve il restauro

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gli affreschi ritrovati nella cappella di San Rocco a Piedimonte Matese

Al repertorio storico artistico della città di Piedimonte si aggiunge una nuova scoperta: i lavori post terremoto riportano in luce una nicchia interamente affrescata

 Si è trattato di una scoperta inaspettata, che subito ha raccolto intorno a sé l’attenzione degli esperti tanto da predisporne – dopo ulteriori accertamenti – un restauro conservativo. Parliamo dell’affresco rinvenuto in una nicchia della chiesa di San Rocco mentre si concludevano i lavori di messa in sicurezza e risanamento conservativo dopo il sisma del 29 dicembre 2013 (autorizzati dalla Soprintendenza con prot. n. 0012770 del 25.09.2014, ammessi a finanziamento con decreto regionale n. 275 del 23.04.2015 e finanziati con un Decreto regionale nel dicembre 2015).
La nicchia di forma arcuata, larga 1,86 m, alta 2,20 era tompagnata con una muratura di pietra spessa circa 40 cm per cui sarebbe risultato impossibile visualizzare il capolavoro artistico ora rivelato. Per portarla alla luce integralmente è stato effettuato un delicato lavoro finalizzato alla conservazione degli stucchi sovrapposti in epoca successiva.
L’affresco lascia intravedere tre figure, una centrale rappresentata in un’edicola lignea (probabilmente Madonna con bambino) e due laterali (Sant’Antonio Abate e San Donato Vescovo). Molto interessanti sono la coppia di angeli alla base dell’edicola, la colomba e le preziose epigrafi sapientemente realizzati.
Tale rinvenimento ha visto la collaborazione tra il Soprintendente arch. Salvatore Buonomo e la Diocesi di Alife-Caiazzo finalizzata all’approfondimento conoscitivo ed al restauro di questo importante tassello del patrimonio storico-artistico di Piedimonte.
La chiesa di San Rocco appartiene difatti al vasto patrimonio architettonico che impreziosisce Piedimonte Matese e ne fa uno scrigno di opere che tra il 1400 e il 1600 arricchirono la città. Essa fu costruita nel 1528 a spese della Confraternita di S. Maria Occorrevole su un terreno ceduto da Maria Trutta ved. Contenta, come risulta da un atto dell’epoca rogato dal Notaio Angelo de Rinaldis di Roccaromana. In seguito fu ceduta alla Confraternita Morte ed Orazione (atto per Notaio Michele Perrotta del 21 Novembre 1611), da poco fondata. Questa, in segno di omaggio si obbligava a portare ogni anno, nel martedì di Pentecoste, a S. Maria Occorrevole, una candela di una libbra.
Lo scorso 5 maggio è stato effettuato un approfondito sopralluogo finalizzato alla predisposizione di un intervento di restauro e conservazione del “nuovo” affresco in sintonia con quanto indicato dalle norme in materia di conservazione e tutela dei beni storici. Erano presenti Il Soprintendente arch. S. Buonomo, Mons. Alfonso Caso, Il Parroco Don Andrea De Vico, i funzionari della Soprintendenza dott.ssa L. Bellofatto ed arch. A. Gioia, i tecnici architetti Linda Petrella, Cristina Volpe, Gaetano D’alessio, ing. Livio Di Buccio e l’Impresa Maturo costruzioni srl.
L’importanza storico-artistica dell’opera pittorica richiede al momento nuovi saggi ed indagini sull’intera struttura nonché ricerche d’archivio per comprendere la natura e la contestualizzazione dell’apparato.

Fonti Ufficio Tecnico e Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra della Diocesi di Alife-Caiazzo

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