A pochi giorni dalla pubblicazione del nostro mensile, con un approfondimento sul mondo del lavoro, Papa Francesco ne parla dal punto di vista di chi è sfruttato e sottopagato.
Sulle pagine di Clarus mensile (che tra qualche giorno troverete anche on line), il nostro Vescovo Valentino Di Cerbo dice: “Un giovane, o ancora peggio un padre di famiglia, costretto a poco più di una paghetta, è esposto ad umiliazione, a disagio, alla consapevolezza di contare poco, ad ansia per il domani”.
Sfruttare la gente sul lavoro per arricchirsi è come essere delle sanguisughe, è peccato mortale: è quanto ha detto Papa Francesco nella Messa del mattino a Casa Santa Marta. “Le ricchezze in se stesse sono buone”, ha spiegato il Papa, secondo quanto riporta Radio Vaticana, ma sono “relative, non sono una cosa assoluta”. Ed ha aggiunto: “Quando le ricchezze si fanno con lo sfruttamento della gente, quei ricchi che sfruttano: sfruttano il lavoro della gente e quella povera gente diviene schiava. Ma pensiamo a oggi, pensiamo qui: ma in tutto il mondo accade lo stesso. ‘Voglio lavorare’ – ‘Bene: ti fanno un contratto. Da settembre a giugno’. Senza possibilità di pensione, senza assicurazione sanitaria… A giugno lo sospendono e luglio e agosto deve mangiare aria. E a settembre te lo ridanno. Questi che fanno questo sono vere sanguisughe e vivono dei salassi del sangue della gente che rendono schiavi del lavoro”. Lo sfruttamento della gente – ha affermato ancora il Papa – “oggi è una vera schiavitù”. “Noi – ha detto – pensavamo che gli schiavi non esistessero più: esistono. È vero, la gente non va a prenderli in Africa per venderli in America: no. Ma è nelle nostre città. E ci sono questi trafficanti, questi che trattano la gente con il lavoro senza giustizia”. Questo, ha sottolineato il Papa, “è affamare la gente con il loro lavoro per il mio profitto! Vivere del sangue della gente. E questo è peccato mortale. È peccato mortale. E ci vuole tanta penitenza, tanta restituzione per convertirsi di questo peccato”.
Fonte Agensir