Bene comune, rispetto, legalità, partecipazione. Mons. Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, alla vigilia del voto per le prossime Amministrative parla agli elettori e ai candidati di Alife
Carissimi Sorelle e Fratelli della Città di Alife,
a distanza di qualche giorno dal voto, che deciderà il nuovo assetto politico amministrativo della Città, mia Sede vescovile, mi rivolgo a ciascuno di voi con l’affetto e il senso di responsabilità del Pastore, nel pieno rispetto delle libere scelte di ciascuno e della dimensione laica delle pubbliche Istituzioni.
Non conoscevo Alife fino a qualche anno prima di diventarne vescovo: un giorno – nei miei viaggi tra Roma e Frasso Telesino – sono passato e ho fatto un giro delle mura, rimanendo stupito di quei resti romani ancora conservati. Poi, quando vi sono ritornato da Pastore della Diocesi di Alife-Caiazzo, ho scoperto che Alife è molto di più dei suoi importanti monumenti, perché custodisce un patrimonio di tradizioni religiose e civili consolidate, una straordinaria storia, gente laboriosa piena di risorse e competenze, dedita ad attività professionali, commerciali e, in buona parte, anche al lavoro dei campi. Simultaneamente ho pensato che tanta bellezza e un patrimonio così significativi avevano bisogno dell’amore, della protezione e della cura di tutti, per guardare al futuro.
Tuttavia, con il passare del tempo, con crescente sorpresa ho raccolto dalla gente parole di sfiducia e rassegnazione di fronte ai problemi della città che mi sono stati prospettati; problemi legati alla gestione amministrativa, problemi nati da speranze deluse, da scarso senso delle proprie possibilità e da servizi non efficienti o assenti.
Una conclusione semplice ed affrettata mi avrebbe spinto ad attribuire tutto questo alla classe politica dirigente. Ma poi ho pensato che la politica rende conto alle attese degli elettori e che, al di là della classe dirigente le cui capacità non spetta a me giudicare, la responsabilità di talune situazioni problematiche forse è da attribuirsi alla mancanza di senso del bene comune che negli anni ha condotto l’elettore medio alifano a scegliere i propri amministratori, non per concretizzare un sogno su Alife, ma forse per difendere piccoli interessi privati, talora al limite della legalità.
Oggi, alla vigilia di questo voto che sceglierà i prossimi Amministratori della Città, mi sento di rivolgere ai cittadini l’invito ad eleggere non soggetti che garantiscano propri interessi privati o privilegi familistici, ma persone chiaramente votate al bene comune, competenti e capaci di dedicarsi generosamente alla costruzione di una città moderna, attiva, libera dalle zavorre e dai compromessi che spesso le hanno tarpato le ali, in cui i cittadini vivono bene perché tutti si impegnano a realizzare una qualità alta della vita. Votare non significa affidare una delega in bianco a qualcuno, ma impegnarsi a partecipare, dopo il voto, alla vita cittadina, stimolando e controllando l’operato degli eletti. Sarebbe immorale infatti votare per interessi particolari, perseguirli, sfilarsi dalle proprie responsabilità e lamentarsi poi che la Città non cresce, si spopola, manca di servizi per le classi deboli, costringe i suoi figli ad emigrare, non riesce a garantire servizi essenziali alla vita civile.
A quanti si candidano ad amministrare la Città, con rispetto e affetto, vorrei ricordare che il futuro di Alife dipenderà non soltanto da chi vincerà le elezioni, ma anche dalla capacità della minoranza di svolgere con impegno e competenza il proprio ruolo, senza agire con il solo intento di bloccare e far fallire le iniziative degli altri. Occorre che tutti si dispongano ad amministrare la città con il proposito di proseguire quanto di positivo è stato già realizzato, senza vivere nell’illusione di voler ricominciare sempre daccapo. La storia di Alife è in corso e va presa per mano; allo stesso tempo necessita di una razionale presa di coscienza delle emergenze presenti e l’ambizione – in chi la governerà – di lasciare agli amministratori che verranno dopo una città migliore.
I programmi delle due liste in campo “Per Alife” e “Uniti per Alife” presentano alcuni tratti comuni; alcuni di essi ripropongono lo stesso libro dei sogni di precedenti tornate elettorali: punti di debolezza da sanare e punti di forza da sostenere e potenziare, ma la differenza – come dice Papa Francesco – la fa l’amore concreto per la città; la volontà appassionata di rigenerarla, farla diversa, la capacità di sognare, di avere coraggio, il desiderio di legalità, la voglia di amministrare con rispetto di quanti pagano le tasse, e gestiscono soldi pubblici…
La concretezza delle proposte sia prima di tutto uno strumento educativo, attraverso il quale far crescere i cittadini nel senso civico e nella consapevolezza che le promesse elettorali non sempre possono trovare effettiva ed immediata realizzazione, ma hanno bisogno di tempi lunghi, di impegno, di pazienza, di determinazione, della continua collaborazione degli amministrati…. Occorre, pertanto, non illudere i cittadini con promesse facili e irrealizzabili, ma parlare alla loro intelligenza e al loro cuore con rispetto e verità. Come pure proporsi con atteggiamenti etici non esibiti, ma reali, che portano a far vincere le proprie idee per la loro forza intrinseca e non per l’abilità di denigrare l’avversario politico. La democrazia ci offre la possibilità di parlare a tutti e di confrontarci con libertà, ma essa va sostenuta da senso civico, rispetto, cordialità, umiltà, e opportuni silenzi, nella consapevolezza che dopo il 5 giugno sarà possibile costruire il bene di Alife, soltanto se la tornata elettorale non lascerà una città sconvolta da divisioni, inimicizie e desideri di vendetta…
Vi accompagno con la mia preghiera e vi affido a San Sisto.
Il legame profondo che vi unisce alla sua Testimonianza, superi inutili sentimentalismi e si trasformi in capacità di vivere questo momento da persone serene, responsabili e capaci di cogliere l’occasione delle elezioni come opportunità di trasformare la storia della vostra Città, non mettendo tra parentesi il Vangelo, ma attingendo dalla sua inesauribile ricchezza stili di vita alti e propositi di bene.
Vi benedico di cuore.
+ Valentino, vescovo
Egr. mons. Di Cerbo, condivido pienamente il suo pensiero, soprattutto nel seguente periodo: ” Come pure proporsi con atteggiamenti etici non esibiti, ma reali, che portano a far vincere le proprie idee per la loro forza intrinseca e non per l’abilità di denigrare l’avversario politico.” Il problema di questa campagna elettorale è proprio questo che Salvatore Cirioli ha basato la sua campagna solo ed esclusivamente nell’infancare l’avversario politico, nella persona di Roberto Vitelli.
Io…………………
Mi dispiace questo non è vero, Salvatore Cirioli ha portato a conoscenza della Città di Alife fatti concreti, riproponendo il lavoro fatto da Daniele Cirioli con il suo libro ” Good morning Alife” che tutti dovrebbero leggere. La gente deve essere informata e Salvatore Cirioli, durante i suoi comizi ha solo informato dei disastri e saccheggi fatte alle casse comunali. Stiamo preparando un lavoro in cui si evidenzieranno anche disastri d’immagine arrecati alla città di Alife dalle amministrazioni ben note del candidato a Sindaco, ma sconfitto.