Il “problema” di Alife si allarga ad altre comunità. Il trasferimento delle scuole santangiolesi rischia di far perdere i numero all’Istituto Falcone di Piedimonte Matese
La Redazione – Alcuni giorni fa ci siamo occupati del possibile accorpamento delle scuole di Sant’Angelo d’Alife a quelle di Alife per salvare l’autonomia di quest’ultimo istituto. Il sindaco di Sant’Angelo, Vittorio Folco, con una delibera di giunta del 27 maggio ha manifestato la disponibilità a “trasferire” le scuole del suo comune dall’Istituto comprensivo Giovanni Falcone di Piedimonte Matese (a cui sono accorpate dall’anno scolastico 2012-2013) a quelle della nuova città intravedendo maggiori affinità culturali e sociali tra i due centri, ed evitando così che l’Istituto di Alife perda la propria autonomia e finisca accorpato ad una nuova dirigenza.
Il dimensionamento scolastico che negli ultimi anni ha portato non pochi cambiamenti di assetto all’organizzazione scolastica del territorio continua, e in questo momento genera non poche tensioni.
Ad insorgere e definire “illegale” il provvedimento di Folco è la prof.ssa Antonietta Pellegrino del Falcone, che il 30 maggio ha risposto in forma ufficiale agli intenti politici del sindaco di Sant’Angelo a favore della prossima amministrazione comunale di Alife.
L’Istituto Falcone, senza gli alunni di Sant’Angelo perderebbe i numeri e si troverebbe nella stessa situazione attuale dell’istituto alifano; non solo, la Pellegrino ha evidenziato è ormai “in fase avanzata la predisposizione di tutti gli atti amministrativi per il prossimo anno 2016/2017 ” come il trasferimento degli insegnanti e l’organizzazione dei docenti perdenti posto.
È chiaro che la soluzione di un problema ne genererà un altro.
La politica degli interventi “a favore delle comunità…” tenga presente che il microcosmo scolastico cui appartengono i figli e gli insegnanti del territorio non è una scacchiera su cui muovere a piacimento le pedine più autorevoli, ma un luogo da preservare e rispettare, consentendo a tutti la serenità di svolgere il proprio ruolo formativo ed educativo.
Il confronto, il dialogo, il “dove vogliamo andare” venga prima di ogni possibile “scacco matto”.