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Storia di un fariseo e di una peccatrice

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fariseo peccatrice

A cura di don Andrea De Vico
Anno C – XI Domenica x Annum (Lc 7, 36 – 8, 50)                                                                                                 

«Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca»

Dopo i primi miracoli e le prime discussioni con gli avversari, Gesù comincia ad attirare l’attenzione della pubblica opinione. Un fariseo lo invita a casa sua per vederlo da vicino, per curiosità, o per darsi importanza davanti ai suoi ospiti. A quel tempo era così: quando c’era una festa, c’era uno spontaneo andirivieni di vicini e curiosi. Nessuna meraviglia se questa donna, non invitata, riesce ad entrare nella sala del banchetto. E’ sconvolta, non c’è vergogna che la fermi, e senza curarsi dei presenti, si butta ai piedi di Gesù e piange, bagnandogli i piedi e asciugandoli coi capelli. La scena è muta, ci sono solo dei gesti silenziosi. L’azione è semplice, ma mette in evidenza due diversi modi di guardare e di pensare.

Simone il fariseo, “puro” dal punto di vista dell’osservanza religiosa, è scandalizzato dall’audacia della donna. Vede in lei una peccatrice e basta, mentre Gesù vi scorge il pentimento, la riconoscenza e l’amore. Il fariseo comincia a pensare male anche di Gesù, e difatti con un sorrisino malizioso pensa tra di sé: “e questo sarebbe il grande profeta? non sa che questa donna è una peccatrice? perché si lascia toccare da lei?” E’ di una supponenza e di un’arroganza unica. Non provando alcun sentimento di riconoscenza nei confronti dell’ospite, non è neanche capace di vedere la gratitudine che la donna sta esprimendo alla presenza di un profeta che avvicina i peccatori.

Il fariseo, chiuso nel suo senso di giustizia (come tanti devoti religiosi), vede solo il peccato, pensa che un uomo di Dio non debba contaminarsi coi peccatori, che li debba evitare e basta. Prigioniero di un pregiudizio immobile, non riesce a cogliere la singolarità del gesto, al punto che Gesù glielo deve spiegare con l’esempio dei soldoni: “Simone, ho una cosa da dirti”. Gesù racconta la mini-parabola dei due debitori, la comparazione di due debiti, un rapporto come tra cinquecento euro rispetto a cinquanta. In caso di amnistia, quale dei due debitori sarà più contento e riconoscente? E’ una cosa elementare, eppure Simone, sospettando un tranello, si esprime con una certa cautela: “… suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Simone comincia a capire che la cosa lo riguarda da vicino: “hai giudicato bene”. Prima pensavi male, adesso giudichi bene.

Gesù rincara la dose, facendo notare a Simone il suo grave difetto di ospitalità. Quando giunge a casa un ospite, considerando le vie polverose e il viaggio fatto a piedi, come prima cosa gli si offre il bagno dei piedi. Questo Simone non lo ha fatto: ci ha pensato un’estranea, con le sue lacrime! Simone ha mancato anche nel bacio che solitamente si da all’amico o all’ospite, cosa che equivale alla nostra stretta di mano. La donna invece continua a baciargli i piedi!

A questo punto anche noi, possiamo mai andare a dir male di qualcuno? Ogni volta che esprimiamo un giudizio netto sulle persone, ci ritroviamo incredibilmente implicati in esso, come dice un proverbio inglese: “una donna è ciò che dice delle altre donne”. Se tu che sei una devota religiosa dai della puttana a una congenere femminile, vuol dire che in fondo in fondo lo sei anche tu, o stai sulla strada buona per diventarlo, o ti trovi nella situazione di non potertelo permettere, per cui è l’invidia che ti fa parlare. Questa donna del Vangelo, giudicata male dal fariseo, ma guardata da Gesù in modo totalmente diverso, diventa l’emblema di quelli che – convertiti – ci precedono nel Regno dei cieli! 

  

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