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Nu juorno buono

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ènu juorno buono ogni giorno, ogni qual volta si presenti l’occasione per dire “io ci sto”, “io partecipo”. E chiamala politica, chiamalo lavoro, chiamala vacanza, chiamalo dolore, chiamala decisione: è sempre il tempo di fare cose buone, di lasciarsi indietro un’esperienza più o meno collaudata, per fare meglio, per cambiare, per rinnovare, per darsi e dare positività.

serenità è nu jornu buonoNon è canticchiando o recitando una canzone che viene la voglia di rendere migliore le nostre giornate, ma senza dubbio, l’ottimismo è contagioso.
È nu juorno buono per chi ha vinto le elezioni amministrative, per quanti hanno fatto la conta dei voti e sorpresi dei risultati ottenuti, hanno gioito e condiviso la festa con gli amici; è lo stesso per chi dava per scontata la propria vittoria: vorrà dire che la fiducia degli elettori è rimasta immutata.
È un giorno buono anche per chi spera che il voto espresso a favore di quel candidato possa rappresentare nuovo benessere per le nostre città e si vede “premiato” (almeno per il momento), dal risultato.
E per chi è rimasto a bocca asciutta? E quei candidati delusi dai numeri o da chi aveva promesso una preferenza ma poi ha tradito?
Sia buono anche per loro questo giorno: l’occasione per partecipare alla vita amministrativa del proprio paese si fa in maggioranza, si fa in minoranza dove le responsabilità di agire o controllare, realizzare o contraddire, proporre o bocciare sono le stesse, purché con coscienza.
È un giorno di sole questo che viviamo all’indomani del voto in cui sono stati rinnovate le amministrazioni comunali di Alife, Baia e Latina, Pontelatone, Ruviano, San Potito Sannitico e i motivi sono tanti; il primo sta senza dubbio nella possibilità di aver compiuto una scelta (con matita indelebile!), partecipando in prima persona: l’esercizio della democrazia è commovente; è la celebrazione assoluta dell’uguaglianza, di una partecipazione potente, che parla a gran voce, che sta dentro, che si contamina di vita civile; è un atto di gratitudine verso la Storia e il passato, oltre che un dovere presente.
È un giorno luminoso perché chi, chiamato ad amministrare, non ha indossato la fascia tricolore per imposizione o scelta propria, ma l’hanno scelto altri, hanno visto in lui o in lei, e nel suo gruppo politico, quello che è giusto per la città sognando un calendario di giorni buoni.
C’è qualcosa di diverso e di nuovo che avanza. Ad assolutizzare questo commento si corre il rischio di far dispiacere chi non ce l’ha fatta o chi ha concreti motivi per pensare diversamente, ma la fotografia “politica” che ci troviamo a guardare ci fa sorridere ed ammiccare, perché no.
L’età media di chi si mette a fare politica tende ad abbassarsi. Benissimo! Ad Alife ha vinto un gruppo con 500 voti in più rispetto all’altro, e a passare sui sedili della maggioranza sono in buona parte i giovani e le donne: la città li ha pesati, li ha valutati, ora li ha premiati. La concretezza naturale, l’ottimismo che si addicono a queste figure potrebbero rappresentare il di più che tutti si aspettano, potrebbero caratterizzare il passo di questa Amministrazione. Anche i vincitori della nuova minoranza giungono in consiglio comunale “giovani”: a tutti li premierà l’audacia, la follia di chi pensa positivamente e non si ostina per forza ad essere “contro”.
A Pontelatone il sindaco è una donna, anch’essa con una giovane squadra; a Baia e Latina un giovane sindaco ha letteralmente diviso in due il paese, togliendo la fascia al predecessore con esperienze politiche decennali. Ruviano e San Potito Sannitico si affidano all’ “usato garantito”: i cittadini hanno scelto di ritrovarsi con chi ha già amministrato.
Un giorno di sole  serve a riprodurre idee, a dare vita a ciò che è appena nato per rafforzare progetti, per fare luce e chiarezza sulle ombre di momenti precedenti, per asciugare acquitrini maleodoranti di politiche già viste ma poco vitalizzanti.
Aprite gli occhi e non temete di restare accecati. Questa, la politica che si fa e si rinnova, vi aspetta.
Concretezza, rispetto delle promesse, affidabilità, competenza, normalità, necessità: se tutto questo sarà, allora torneremo a dirlo, scorrendo il calendario, che questo è nu juorno buono.

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