Il libro è stato presentato mercoledì scorso, nella sede dell’Associazione Storica del Medio Volturno
La Redazione – S’intitola L’Istituto – Convitto Don Bosco. Una scuola degli Anni Trenta a Piedimonte il testo redatto a cura della professoressa Rosanna Onorii, e presentato lo scorso mercoledì presso la sede dell’Associazione Storica del Medio Volturno in via Sorgente a Piedimonte Matese, dove tra gli altri sono intervenuti il Presidente dell’A.S.M.V., dott. Pasquale Simonelli; il prof. Guido D’Agostino; l’avvocato Benny Iannitti e il prof. Costantino Leuci.
Il libro rappresenta il risultato di una ricerca relativa ad una delle fasi più delicate e complesse della storia d’Italia, ossia gli anni ’30, era in cui i valori culturali e educativi del fascismo divengono una realtà consolidata.
Non una critica, ma bensì un’analisi sugli effetti che la cultura fascista ha esercitato sulla situazione politica, sociale ed economica di Terra di Lavoro, con particolare attenzione alle trasformazioni occorse al sistema educativo. La Riforma Gentile del 1923, pur ridimensionando il tasso di analfabetismo, non fu sufficiente a risollevare la condizione della scuola pubblica in quel di Piedimonte e le località limitrofe. È in tale contesto che s’inserisce l’impegno dei coniugi Adelchi Albanese e Anna Virgilio, i quali decidono di concretizzare un’idea ardua, quale quella di istituire una scuola-convitto privata e autorizzata nel 1934. Questo progetto rappresenta il primo importante passo verso l’autonomia dal regime fascista, ma anche dal controllo da parte del clero sull’educazione scolastica. Una scelta coraggiosa ma soprattutto un esempio per la fondazione di altre scuole superiori, come l’Istituto Vescovile “San Tommaso d’Aquino” e l’Istituto Magistrale “Maria Immacolata”.
La realizzazione del libro è stata possibile grazie ai contributi di Nikea Albanese, Guido D’Agostino, Giovanni Guadagno e Salvatore Capasso, e la sua pubblicazione è avvenuta con il finanziamento di Banca Antonio Capasso.