Da ottobre le nuove disposizioni di Poste Italiane toccheranno anche i nostri comuni. Arriva in ritardo la protesta dei sindacati. Si poteva fare meglio?
La Redazione | I sindacati regionali fanno partire la protesta, compatti contro due fondamentali limiti attribuiti all’azienda: il recapito a giorni alterni e la privatizzazione di un ulteriore 30% di Poste Italiane.
“Ciò che preoccupa maggiormente le Organizzazioni sindacali di categoria si legge in una nota interna della CGIL – è la inarrestabile ottusa operazione di trasformazione che nonostante i gravi segnali di sofferenza interni ed esterni, Poste Italiane, continua il suo cammino mirando sempre più ad un contenimento dei costi del personale, e quindi ad una sua contrazione, a scapito della qualità del servizio che dovrebbe rappresentare un volano dell’azienda verso il futuro”.
Dal 1 luglio partiranno anche negli uffici postali dell’Alto Casertano le assemblee sindacali per discutere di tali emergenze, seppur con ritardo rispetto a decisioni assunte dall’Azienda ormai da tempo e forse in maniera improrogabile.
Di sicuro si tratta di un tentativo per “scongiurare” l’imminente inizio (fissata con molta probabilità in autunno) della consegna postale a giorni alterni.
“Ulteriore elemento che preoccupa ancor di più – spiega il sindacato – è il rischio di una riduzione drastica della fiducia che il cittadino ha nel risparmio postale, visto da sempre come la cassaforte del piccolo risparmiatore, valore aggiunto che sino ad oggi ha contraddistinto la trasparenza di Poste, che tramite il lavoro dei dipendenti, ha saputo trasmette ai cittadini. Tale apprensione è ancora più accentuata da quando la spinta commerciale dei dirigenti di Poste è tesa a consolidare e spingere i risparmiatori sempre più verso prodotti ad alto rischio, disorientando il risparmiatore abituato ad un risparmio consono alla propria capacità finanziaria”.
Alta tensione tra Poste e sindacati; di mezzo ci sono i cittadini, i risparmiatori, gli italiani in attesa di soluzioni meno drastiche.