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Vincenzo D’Allestro vittima dell’attentato a Dakha: il cordoglio del vescovo Di Cerbo

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Sono strascorse solo poche ore dalla bruttissima notizia lanciata dalla Farnesina, sulla presenza di Vincenzo D’Allestro tra le vittime dell’attentato in Bangladesh. Il vescovo Di Cerbo esprime il suo cordoglio alla famiglia

vincenzo d'allestro piedimonte matese vittima dell'attentato in bangladesh daccaLa Redazione | “Alla famiglia di Vincenzo D’Allestro, ucciso barbaramente a Dakha, va in queste ore il mio sostegno e la vicinanza di tutta la chiesa di Alife-Caiazzo.
Mons. Valentino Di Cerbo interviene a poche ore dalla notizia che ufficializza i nomi degli italiani vittime dell’attentato in Bangladesh, informato dei fatti direttamente dai familiari di Vincenzo.

“La chiesa, che è madre, sente il dolore, l’affanno, la rabbia dei suoi figli increduli e sconvolti da simili tragedie, e amorevolmente ne ha cura con la preghiera incessante. Se non possiamo cambiare o invertire quello che è accaduto, questi fatti siano per tutti noi occasione di testimonianza civile e cristiana: sia fatta giustizia, non vedetta; sia manifestata la misericordia, ma non sentimenti di odio.
Ecco il compiersi del male nel cuore di chi non mette Dio al primo posto, ma solo l’efferata rabbia, l’odio, la sete incontrollata di potere, l’istinto selvaggio e cieco che fa di molti giovani anime sole, impaurite, tristi”.

Vincenzo, dopo l’esperienza nella piccola fabbrica tessile del suocero, aveva deciso di puntare più in alto, perciò la scelta di trasferimento ad Acerra un anno fa e il desiderio, condiviso con la moglie, di investire nel settore. Entrambi erano a Dakha, lei però ha fatto rientro a casa qualche giorno prima. Tutta la famiglia D’Allestro risiede in località Cappella, a Piedimonte Matese. Trascorrerà sicuramente del tempo, prima che le salme possano essere condotte in Italia per le celebrazioni dei funerali di Stato e gli ultimi saluti nei comuni di appartenenza.

Solo l’amore costruisce un mondo migliore e con esso l’esercizio della cultura che ci apre ad orizzonti di pace e di condivisione – prosegue Mons. Di Cerbo – e a quanti scelgono queste strade, impiegando competenze e professionalità nel lavoro all’estero, dico ‘grazie’. A Vincenzo, alla moglie, e agli altri 8 coraggiosi italiani, e a quanti lavorano in condizioni di pericolo, dico ‘grazie’, con simpatia, per l’esemplarita’ di quelle scelte che li spingono a migliorarsi, ad investire la loro creatività con entusiasmo, mitezza, professionalità“.

1 COMMENTO

  1. è sempre così difficile metabolizzare queste disgrazie assurde, ma ancora di più quando viene colpito un tuo conterraneo, oltretutto mosso per una missione nobile, “il lavoro”, quando tutte queste cose ti accomunano, allora provi un dolore così forte, come quando scompare un tuo familare carissimo
    Non ti conosco Vincenzo, ma è come se fosse stato uno di noi che lotta x la sopravvivenza della sua azienda, quindi ti rispetto e prego per te
    R.I.P.
    maria

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