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Sant’Angelo d’Alife. San Pietro Celestino è patrono in città. Presente una delegazione da L’Aquila

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Il Papa umile e povero, diventa patrono minore del borgo matesino. Mons. Di Cerbo, “imparare da lui per tornare all’essenziale che ci indica il Vangelo”

La Redazione | “Proclamare Celestino V patrono minore di questa città significa ritornare all’essenziale del Vangelo, dare valore alla preghiera e immergere i nostri occhi in quelli di Cristo per essere partecipi della missione che il Signore ci affida:  capaci di raccogliere la messe, l’abbondanza, la bellezza del mondo che Dio ci ha donato, e averne cura”.celestino V a Sant'angelo d'Alife
Il messaggio di Mons. Valentino Di Cerbo, nella messa in cui San Celestino è proclamato patrono di Sant’Angelo d’Alife racchiude un duplice significato: il richiamo alla spiritualità di Celestino eremita, uomo umile di preghiera, scelto per essere Papa; e il riferimento al vangelo di questa domenica del tempo ordinario in cui il vangelo è un invito ai discepoli ad essere nel mondo per offrire la parola di Dio e per raccogliere i frutti di bene riversati da Dio in terra.
“Un impegno, quello di essere operaio nella messe che Celestino ben comprende, fino al punto di scegliere non se stesso ma il Vangelo nella sua integrità, fino a rifiutare il papato perché non corrispondente al suo stile di sobrietà, di povertà assoluta”.
Fondatore di ben 36 monasteri e promotore di una dimensione spirituale di cui l’Alto Casertano reca ancora segni visibili: secondo alcuni studi storici, il luogo dei suoi natali – alla fine del 1200 – si fa risalire al castello che un tempo dominava i territori di Sant’Angelo d’Alife e Raviscanina.
Alla festa in onore del papa, nato Pietro da Morrone, ha partecipato numerosa la comunità santangiolese che con il parroco don Mario Rega e il sindaco Vittorio Folco ha fatto richiesta al vescovo diocesano di approvare la richiesta di fare San Pietro Celestino patrono della città; scelta di mons. Di Cerbo che è stata ratificata dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti in Vaticano lo scorso 7 maggio.
A condividere questo momento di gioia e di preghiera, la confraternita dei celestini di Casaluce, città della provincia di Caserta in cui si venera lo stesso santo; una rappresentanza della città de L’Aquila, gemellata con Sant’Angelo d’Alife che conserva le spoglie mortali del santo: il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti e l’assessore Maurizio Capri delegato ai rapporti con le città gemellate (sono 13, di cui 4 italiane ed altre sparse nel mondo). Tra le figure istituzionali presenti, il principe Hugo Windisch Graetz, proprietario terriero in paese; Stefano Giaquinto, consigliere provinciale delegato alla manifestazione dal presidente Angelo Di Costanzo; l’on. Carlo Sarro; Pietro Andrea Cappella, presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio-Alifano; Umberto De Nicola, presidente del Parco Regionale del Matese; Ercole De Cesare, presidente del Gal Alto Casertano; diversi sindaci del territorio.celestino V a Sant'angelo d'Alife

Siamo nel 2008 quando l’allora sindaco di Sant’Angelo Salvatore Bucci e il parroco intraprendono un percorso formale, contrassegnato anche da legami di amicizia rinforzati nel tempo, per definire il gemellaggio con L’Aquila, concretizzatosi di lì a qualche tempo; nel 2011 le spoglie di Pietro da Morrone giungono in paese e poi nella vicina Raviscanina per la venerazione dei fedeli. Non si interrompe tuttavia il legame tra le due città, tant’è che ogni anno in occasione della Perdonanza celestiniana la comunità di Sant’Angelo è sempre presente in Abbruzzo.
A confermare il legame profondo tra le due comunità, la recente lettera che il l’arcivescovo emerito de L’Aquila, Mons. Giuseppe Molinari ha inviato a don Mario Rega, esprimendo vivi apprezzamenti ed entusiasmo per la notizia che fa di San Celestino patrono minore del borgo matesino: “Benedico con tutto il cuore te e la tua comunità assicurando sempre il mio affettuoso ricordo e la mia povera preghiera”.

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