Regole di vita e di gioco: insieme si cresce condividendo e rispettando, ma soprattutto collaborando. L’oratorio riapre i cancelli ai ragazzi
La Redazione | Una assolata domenica di luglio ha dato ufficialmente inizio alle attività dell’oratorio San Domenico Savio della parrocchia di Santa Maria Maggiore alla presenza di quanti davvero l’hanno atteso questo spazio, affidandosi per 10 lunghi anni alla speranza di poter vedere ancora una volta su quei campi da gioco bambini e giovani a divertirsi.
E ieri c’erano soprattutto loro, gli animatori, qualche catechista, il consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli affari economici, i membri di Azione Cattolica: le persone che hanno tenuto in vita una parrocchia anche senza le strutture necessarie per svolgere le normali attività pastorali.
A vivere questa festa, con il parroco e i suoi collaboratori, il vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, il sindaco di Piedimonte Vincenzo Cappello, il presidente diocesano di Azione Cattolica, Mario Fattore, il referente diocesano Anspi, Vincenzo Verdone.
Ora tutto cambia: tutti sono pronti a riprendere il cammino e far suonare ancora le voci festanti dei bambini in questo gran cortile che l’Amministrazione comunale ha restituito rifatto e completo di molti servizi.
Le attività dell’oratorio saranno organizzate gestite e animate dal Comitato promotore per le Attività Oratoriali coadiuvato da un Consiglio direttivo.
Ci sono regole da rispettare e soprattutto il desiderio di fare vita da oratorio secondo il vangelo, secondo la secolare tradizione di ciascun luogo come questo dove ci si educa e si cresce.
Attraverso un volantino diffuso in occasione della riapertura (in alto a sinistra), la parrocchia ha fornito indicazioni precise circa l’utilizzo degli spazi: un modo comune per educarci tutti a vivere al meglio questi luoghi. A vegliare su questo spazio comune, la figura di San Domenico Savio, donata in un quadro dall’altro oratorio cittadino, quello salesiano che ormai da decenni vive l’esperienza formativa e d educativa: non una foto qualunque, ma una “storica” che ha vissuto per anni nelle sale del complesso salesiano; occhi che hanno incrociato mille sguardi e benedetto. Ora è in un altro salone, ad aver cura di altri giovani, di altre generazioni.