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Un po’ Marta, un po’ Maria. In quale di questi personaggi ti ritrovi?

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A cura di don Andrea De Vico
Anno C – XVI per Annum (Lc 10, 38-42)                                                                                                               

«Marta, Marta, tu ti agiti e ti affanni per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»

Gesù è ospite a casa di Marta e Maria. La prima delle due sorelle, tutta affaccendata, si esprime come una padrona di casa: la preparazione della tavola, la preoccupazione di un buon pranzo. Maria invece si comporta in un modo insolito, poco femminile: si intrattiene con l’ospite, assumendo l’atteggiamento tipico del discepolo, sedendosi ai piedi del Maestro, per ascoltarlo. Questa è una gran bella novità: mentre i rabbini d’Israele non accettavano donne al seguito, tra i seguaci di Cristo ritroviamo anche delle donne, come in questo caso. L’evangelista Luca, riportando l’episodio, vuol dimostrare che tutti, uomini e donne, sono chiamati al discepolato.

Una cosa che al momento Marta non condivide affatto: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille che mi aiuti”. Marta, schiava del suo ruolo, e prigioniera della mentalità corrente, esprime il suo risentimento non a lei direttamente, ma con un messaggio obliquo. Ma Gesù non le da soddisfazione: “Marta, tu ti preoccupi per molte cose … Maria invece si è scelta la parte più bella, la parte migliore, la parte più importante”.

E qual è la parte più importante? Ecco: si tratta del Regno di Dio! Tutto l’insegnamento di Gesù ha per oggetto questo Regno: “Cercate anzitutto il Regno di Dio, e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù” “Meglio entrare nel Regno di Dio con un occhio fuori, anziché essere gettato nell’immondezzaio con tutti e due gli occhi”.   

Cosa rimprovera Gesù a Marta? Di servire? No di certo, tanto più che Gesù voleva che i suoi discepoli stessero al servizio gli uni degli altri. Il testo dice che Marta era “agitata, affannata, tutta presa, distratta, tirata qua e là”. E’ una persona ansiosa, non in pace, preoccupata di fare bella figura tempestando l’ospite di mille attenzioni, tutto quello che fa non le sembra abbastanza, e vorrebbe coinvolgere la sorella nel suo gioco. Tra l’altro, galateo avverte che le troppe attenzioni non richieste infastidiscono l’ospite, risultano irritanti, indisponenti.

Anche noi oggi: vita frenetica, gente malata di fretta, che vuol fare troppe cose in una volta, ansiosamente. Segno che abbiamo perso il baricentro, l’essenziale, l’unica cosa che conta. Segno che stiamo lavorando per altri interessi, non per quelli del Regno. Al contrario, le persone che sanno mettersi in ascolto, educate alla vera preghiera, si abituano a una riflessione pacata sulle cose e sono più attente a individuare le priorità. Queste persone sono quelle che poi riescono meglio anche nel campo dell’attività: fanno bene, e fanno pure di più.

Una certa tradizione cattolica ha visto in Marta la metafora della vita attiva, in Maria quella contemplativa, affermando la superiorità della vita monastica su quella laica. In realtà questa pagina non fu scritta per i monaci, ma per tutti i discepoli, quindi anche per noi. Non si tratta di opporre la vita attiva a quella contemplativa, ma di dare una “regolata” a Marta, perché faccia un po’ come Maria. Impegniamoci dunque anche noi a ristabilire il nostro equilibrio: tutti alla scuola del Maestro. Fermiamoci, cerchiamo di ritrovare il centro, i veri motivi che guidano il nostro agire, il contatto con il nostro essere profondo, per non vivere alla superficie di noi stessi.

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