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Alife. Finanziamenti e prospettive per l’agricoltura locale. Si discute del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020

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Finanziamenti e potenziamenti delle attività agricole. Un incontro pubblico per far conoscere agli agricoltori locali le nuove possibilità di crescita economica e investimenti nel settore

alife psr 2014-2020La Redazione | Dove va l’agricoltura alifana? O più in generale, come cresce l’agricoltura in Alto Casertano? Cosa è cambiato rispetto al passato e quali sono le prospettive per i tanti lavoratori della terra, soprattutto per quei giovani che si sono decisi per la campagna?
Seppur l’iniziativa si svolga ad Alife, l’importanza del tema non può non richiamare l’attenzione di coloro che investono quotidianamente lavoro e risorse in attività produttive agricole sforzandosi di ottenere, per se stessi e per i consumatori, qualità e genuinità, con l’obiettivo costante di preservare la terra.
Il Comune di Alife, nella persona dell’assessore all’agricoltura Debora Zazzarino, ha organizzato un confronto sul tema Opportunità nel mondo agricolo. Psr 2014-2020 in programma domani (domenica 31 luglio) alle ore 19.30 presso la Biblioteca comunale in Piazza Termini.
Interverranno l’assessore Zazzarino e il sindaco Salvatore Cirioli; ad approfondire i temi tanto cari agli agricoltori e in particolare agli amministratori locali – questi ultimi custodi e promotori dello sviluppo locale – ci saranno il consigliere regionale Gennaro Oliviero e Corrado Martinangelo consulente e collaboratore del Ministero dell’Agricoltura.

Psr 2014-2020. Di Cosa si tratta?
Una strategia di investimento dei fondi europei a sostegno delle emergenze di ciascun Paese e in esso di ciascuna regine a seconda dei bisogni più urgenti o delle potenzialità su cui investire.
Il Psr della Campania approvato dall’Unione Europea il 20 novembre 2015, prevede 6 priorità di intervento:

  1. Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali
  2. Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura, promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste
  3. Promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo
  4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura
  5. Incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale
  6. Adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali (fonte www.agricoltura.regione.campania.it).

Cosa accadrà concretamente?
Il progetto della Campania dispone di un budget di  1.836 milioni di euro, di cui 1.110 milioni di risorse comunitarie (a valere sul FEASR/Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Surale) e 726 milioni di risorse nazionali e regionali.
16.000 operatori saranno formati per promuovere l’innovazione, la cooperazione e la diffusione di pratiche agricole sostenibili; 3.300 imprese agricole saranno oggetto di opere di ristrutturazione ed ammodernamento per migliorare le loro performance economiche; 1.500 giovani agricoltori saranno supportati nella fase di avvio della loro attività.
In più 60.000 ettari saranno interessati da azioni per la conservazione della biodiversità, per una migliore gestione della risorsa idrica e per la prevenzione dall’erosione dei suoli; 8.000 ettari saranno interessati da azioni per la conversione o il mantenimento dell’agricoltura biologica.
In concreto sono previsti 290 posti di lavoro creati attraverso lo sviluppo locale e la diversificazione delle attività delle aziende agricole; il 6% della popolazione rurale avrà accesso alle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) nuove o migliorate e alla banda larga.
Numeri che forse confondono, ma aprono la strada ad un nuovo sviluppo, e considerando che l’Alto Casertano e il Matese rientrano in quella fascia definita aree rurali con problemi di sviluppo, è il momento di prendere coscienza di questa opportunità, così come dei limiti concreti di questi territori.

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