Cittadini, Amministrazione comunale e Pro Loco Letizia hanno fatto di questo luogo uno scrigno incantevole di saperi e tradizioni
Foto e video Fernando Occhibove
La Redazione | Dove il tempo antico ha un valore sacro e incute rispetto, le generazioni tornano ad incontrarsi e perennemente dialogano grazie al linguaggio di una storia fatta di sapere, conoscenza, usanze e costumi, consigli, o anche parole non dette ma da sempre conosciute perché impresse da sempre.
Siamo a Letino, 961 metri sul livello del mare, poco più di 700 abitanti. Un nucleo di case distribuite in altezza, per metà vuote durante i mesi invernali, ripopolate nei mesi estivi dai letinesi che ritornano dall’estero o dai tanti che hanno acquistato una piccola casa abbandonata e ne hanno fatto una confortevole casa di montagna.
Si è tenuto da pochi giorni la consueta cerimonia della “Rodda” nell’ambito del Festival del Folklore, curato della Pro Loco Letizia che ha stilato per l’intero mese di agosto un ricco calendario di iniziative.
In questa circostanza, viene inscenato il trasporto della dote matrimoniale e il lungo rito in preparazione al matrimonio durante il quale la sposa viene rivestita del tipico abito letinese. Una scena che richiama il più antico rito, fino a poco fa integralmente rispettato in preparazione al matrimonio e riproposto in questa festa: il primo incontro tra i due fidanzati, la serenata, gli incontri segreti, i contatti tra le famiglie, la parentezza (il pranzo tra le famiglie dei futuri sposi), la scelta dell’anello, la data del matrimonio, la visita alla futura suocera, il trasporto della “rodda”, la serenata, la settimana della vergogna, l’uscita degli sposi.
Il Festival 2016 è stato salutato dal solito entusiasmo e dalla festa che contraddistingue i momenti aggregativi della comunità letinese, felice di accogliere anche gruppi folk in abiti storici provenienti dagli altri comuni del matese. Il sindaco Fausto Perrone, e con lui il direttivo della Pro Loco guidata da Giggetto Paolella non hanno deluso il gran numero di visitatori che puntualmente si raccoglie nel paese più alto della provincia di Caserta, allietati dal suono dell’organetto e dalla prelibatezza dei prodotti della tradizione gastronomica locale.
Sono le feste che ancora sanno di “popolare”, che appianano ogni differenza culturale e sociale riconducendo chi le partecipa ad una visione antica e univoca in cui il ritmo dei riti porta al centro della scena l’uomo e la donna, la saggezza degli anziani, i sorrisi, la bellezza di uno sguardo, la gioia di essere parte di una comunità che prima di tutto evoca familiarità e partecipazione.
A questo link è possibile rileggere un vecchio articolo di Clarus in cui ci siamo occupati del tipico abito di Letino, raffigurato in un quadro oggi di proprietà di Vittorio Sgarbi.