Poco più di un anno fa pubblicavamo l’intervista esclusiva al fratello di Pietro Mennea, Vincenzo: «I nostri genitori ci hanno garantito un’infanzia modesta tanto che mio fratello non ha mai corso con le scarpe rotte!»
La Redazione | Dopo la messa in onda, nel marzo 2015, di Pietro Mennea, la freccia del Sud, RaiUno ha pensato di replicare le due puntate sull’onda delle emozioni ancora fresche delle Olimpiadi di Rio.
Del resto la festa olimpica non si è conclusa in attesa delle Paralimpiadi previste nella città carioca dal 7 al 18 settembre.
A tutti avrà fatto piacere rivivere scene ed emozioni, fatti di cronaca, alcuni arricchiti di dettagli o curiosità fantastiche… Non importa: lo sport (quello di cui si parla sempre meno, quindi non il calcio) è bello che trovi spazio, soprattutto se a rappresentarlo vi sono storie come quella di un ragazzo del Sud vincente su tutti.
Con piacere vi riproponiamo l’intervista esclusiva della nostra Redazione, al fratello del campione, Vincenzo, il quale ci contattava all’indomani del successo della mini fiction e di un articolo pubblicato anch’esso sul nostro sito, a firma di Carlo Gagliardi.
L’intervista a Vincenzo Mennea porta in luce verità e punti di vista sulla vita dell’atleta mai raccontate e per certi aspetti maltrattati dalla stampa o da chi ha curato la narrazione pubblica del ragazzo di Barletta.
Da www.clarusonline.it del 14 aprile 2015
La libertà degli autori della fiction (Ricky Tognazzi è tra gli autori e ne ha curato la direzione), alle prese con il sudore del giovane Pietro, dapprima gracile, poi una catena di muscoli alle prese con ritmi serrati e convulsi di allenamento, incattivito dalla voglia di vincere e talvolta noncurante delle attenzioni femminili che lo circondano, si scontra oggi con il disappunto della famiglia Mennea, con i fratelli di Pietro – Luigi, Vincenzo, Giuseppe – rimasti a Barletta a tenere viva una memoria poco concorde con quella andata in onda in Tv.
«I nostri genitori hanno sempre condotto una vita dignitosissima, aiutando essi per primi chi ne aveva bisogno, abitando sempre e soltanto al primo piano del civico 10 in via Pier Delle Vigne, diversamente da ciò che abbiamo visto in tv, dove le scene collocavano la nostra famiglia nel sottano di un’abitazione». Continua a leggere