Il ricavato dei salvadanai posti nei bar si aggiungerà alla colletta del 18 settembre prevista in tutte le chiese d’Italia
La Redazione | A Napoli si chiama caffè sospeso la bella e vecchia abitudine di pagare al bar, dopo aver consumato il caffè, anche una tazzina per qualcuno che verrà dopo, e che potrebbe non avere neppure le poche monete necessarie a concedersi il piacevole di una scura tazzina.
Un’idea lontana che è valsa alla città partenopea uno dei più significativi riconoscimenti in termini di solidarietà, visto che ininterrottamente da anni – seppur con alcune flessioni – la pratica del caffè sospeso va avanti.
A Caiazzo, il parroco della Concattedrale, don Antonio Di Lorenzo, insieme ad alcuni collaboratori parrocchiali, ha avuto l’idea di collocare nei bar cittadini dei salvadanai per un ideale caffè sospeso da destinare ai paesi terremotati: chi entra per sorseggiare la piacevole bevanda, lascia qualche moneta, come a pagare un altro caffè, nelle piccole cassette poste sui banconi.
Il prossimo 18 settembre, nella domenica in cui in tutte le parrocchie d’Italia, ci sarà una colletta nazionale: i proventi del caffè sospeso di Caiazzo si aggiungeranno a quelli della raccolta fatta durante le messe per incrementare la colletta destinata tramite la Caritas diocesana alla ricostruzione post terremoto.