Il suono delle tre grandi campane non si sentiva più da due anni e mezzi: una mancanza vissuta da tutti i residenti quasi come un lutto, un lutto che finalmente si è sciolto in un plenum solenne ed in un grande applauso. Ieri infatti la Chiesa parrocchiale di Ave Gratia Plena è stata ufficialmente riaperta dopo i lavori di consolidamento, seguiti al sisma del 29 dicembre 2013. Nel pomeriggio, Mons.Valentino di Cerbo, procedendo in processione dal seminario vescovile, dopo un breve momento di raccoglimento, ha riaperto le porte del Santuario: grandissima l’emozione quando, in un tempio gremito in ogni ordine di posti, ha fatto ingresso il Pastore e davanti un grande crocifisso, portato a spalla dai giovani della Comunità parrocchiale, il tutto rischiarato dall’accensione del nuovo impianto elettrico, che ha illuminato a giorno la grande navata istoriata con preziosi stucchi settecenteschi; un’autentica e splendida “ripresa” di possesso che ha simbolicamente archiviato tanti mesi di desolante silenzio.
Alla concelebrazione eucaristica, oltre al Parroco Don Emilio Salvatore, sono intervenuti numerosi sacerdoti, tra quali i Parroci di Santa Maria Maggiore e Sepicciano Don Andrea de Vico e Don Emilio Meola, i Parroci emeriti della cittadina Don Domenico la Cerra, Don Alfonso de Balsi e Don Salvatore Zappulo, non che il nuovo Padre Guardiano del Convento di Santa Maria Occorrevole, Padre Gennaro Russo.
“E’ bello ritrovarsi finalmente qui, insieme – ha esordito il vescovo, durante l’omelia – in questa chiesa che a tutti noi ricorda momenti bellissimi, emozioni grandi che hanno segnato e segnano ancora la nostra vita. Quando è accaduto il terremoto ho avuto paura di non poterle rivedere più aperte queste chiese … e vi rivelo che ho fatto un voto alla Madonna per chiedere ci facesse rivedere riaperto, ma soprattutto alla gente, questo Tempio a cui è legata la fede dei piedimontesi e non solo. Ecco, la Madonna stasera ci dà questa grazia di essere qui.”
Mons. Di Cerbo ha poi proseguito: “Questo luogo è la Comunità cristiana, questo è il luogo dove si diventa discepoli… qui si impara ad essere uomini nuovi, qui si costruisce un popolo nuovo”. Nel passaggio successivo, dopo aver commentato il Vangelo del giorno, il vescovo ha riflettuto sulla vicenda del sisma e – con un evidente richiamo alla recente tragedia del terremoto in Centro Italia – ha aggiunto: “Dobbiamo dire grazie al Signore. E’ doveroso. Dobbiamo avere il cuore colmo di riconoscenza: la chiesa è stata aggiustata, ne ricordiamo i danni… ma noi intanto siamo vivi. Io la consegno a voi, ma non trascurate questo luogo… senza la collaborazione di autorità e cittadini, un vescovo ha le mani legate: non si può più delegare, non è più tempo di delegare! Dobbiamo sentirci tutti responsabili per la conservazione di queste bellezze che altri con fatica hanno costruito e ci hanno consegnato. Infine, Mons. Di Cerbo ha concluso con un augurio: “La riapertura di questa chiesa sia un momento bello per la crescita di questa Comunità, un momento in cui questa comunità si ritrova qui, ma ritrova anche se stessa.”
Dovuti i ringraziamenti alle autorità locali, provinciali, regionali; ai tecnici, agli uffici di Curia e alla Sovrintendenza per l’attenzione nel seguire l’iter dei lavori. Un concreto riferimento all’impegno dell’onorevole Carlo Sarro, di Piedimonte Matese, promotore dell’azione politica che ha aperto alla Diocesi la possibilità di accedere ai fondi necessari alla ristrutturazione delle chiese danneggiate dal sisma, cui hanno dato continuità l’impegno dell’allora presidente della Regione Campania Stefano Caldoro – con l’ammissione a finanziamento dei progetti – e successivamente il presidente Vincenzo De Luca, che con suo Decreto regionale dicembre 2015 ha consentito il definitivo finanziamento delle opere.