Sciolto il contratto con il Direttore scientifico Raffaella Martino, che è stata alla guida del MuCiRaMa dal giugno 2013
La Redazione | L’incarico del direttore scientifico del Museo Civico Raffaele Marrocco sarebbe decaduto con il termine del mandato amministrativo di Vincenzo Cappello, il prossimo maggio, ma i fatti giudiziari che hanno coinvolto il primo cittadino con l’arresto avvenuto una settimana fa hanno cambiato le carte in tavola. Forse non come ci si aspettava.
Ogni progetto, ogni iniziativa destinata a crescere e che miri alla visibilità di un contesto non può non essere declinato al futuro, non può non coinvolgere il “domani” della comunità in cui si innesta.
Questa mattina la dottoressa Raffaella Martino, direttore scientifico del Museo dal 2013, non è più nel suo incarico con una serie di conseguenze che potrebbero, da questo momento, pesare sul futuro del Museo Civico di Piedimonte Matese.
Il Direttore scientifico, per un sito di interesse regionale come il complesso museale del capoluogo matesino, è la figura professionale di riferimento, così come riporta l’articolo 3 della Legge Regionale 12/2005, lì dove specifica la funzione di tali strutture: “Gli enti locali e i soggetti giuridici diversi dagli enti locali per istituire propri musei devono possedere locali idonei, un patrimonio di beni da esporre e personale scientifico, tecnico e di custodia idoneo alla tipologia e alla dimensione della struttura museale”. Il venir meno di tale presupposto ne limita anche la possibilità di accesso a contributi regionali e partenariati con altri enti simili.
Ad un simile contesto, quello del MuCiRaMa, non basta un guardiano, un dipendente comunale distaccato, ma risulta obbligatoria la persona del Direttore, chiunque esso sia, fondamentale ad accreditare l’esistenza di un simile istituto.
L’esperienza del Museo pedemontano, a soli pochi anni dalla sua riorganizzazione – su spinta dell’ormai ex consigliere alle Collezioni Museali Attilio Costarella – ha raggiunto significativi traguardi soprattutto nella dimensione di attrattore sociale e identitario di una comunità. Il Chiostro quattrocentesco che ospita le sale del Museo, grazie alla presenza di un direttore e dei volontari dell’associazione Am’arte costituitasi proprio in seno a questo nuovo impulso culturale, hanno garantito presenza competente, iniziative, disponibilità e idee nuove.
Proprio grazie ad essi la direzione del Museo ha potuto avviare una serie di progetti finalizzati al mantenimento della struttura e di nuovi spazi didattici riservati alla formazione di scolari e studenti, sempre in linea con la Legge Regionale già citata.
E quel luogo è stato ininterrottamente crocevia di incontri e manifestazioni che hanno reso onore non solo a chi ha garantito l’apertura da “volontario”, ma a tutta Piedimonte Matese, quella dei curiosi di passaggio e quella dei ricercatori di cultura.
Non si discute ovviamente la fine di un contratto, ma la ricaduta sociale dell’arresto di un Sindaco; non si discute la prassi amministrativa che ora scioglie la dottoressa Martino dal suo incarico, ma le conseguenze non contemplate dalla Legge che disgregano un’intera comunità che con fatica tenta di ricostruirsi e rigenerarsi ogni giorno. Peccato…
La MARTINO in questa storia ne esce davvero danneggiata . Il MUSEO esiste per la sua incessante attività . PUNTO . Adesso staremo a vedere cosa accade e quali GRANDI PROFESSORI si esprimeranno per risolvere la vicenda . Una vicenda che rende PIEDIMONTE più piccola di quanto ( ahimè ) non lo fosse già . SVEGLIA !