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Il sorriso e l’abbraccio di Giovanni Paolo II alla terra matesina, ai suoi ammalati, alle famiglie segnate dal dolore

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La reliquia del Papa Santo presso l’Ospedale civile di Piedimonte Matese: fedeli, sacerdoti, personale medico ed infermieristico, il Personale del Pronto Soccorso, i Volontari Avo e il Movimento per la Vita hanno accolto, commossi, un frammento di sangue di Giovanni Paolo II

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Anna Rita Zulla – Dopo l’esperienza della Visita Pastorale di Mons. Valentino Di Cerbo all’ospedale civile Ave Gratia Plena, la struttura sanitaria di Piedimonte Matese è stata nuovamente “toccata” da un evento di particolare grazia: l’arrivo di una reliquia di San Giovanni Paolo II che da ieri pomeriggio rimarrà per sempre custodita nella cappella della struttura.
Si tratta di un piccolo pezzo di stoffa imbevuto del sangue del Papa, fino ad ora conservato nella diocesi polacca di Cracovia. La reliquia, è stata inviata dal cardinale Dziwisch a don Eusebio Swiderek, cappellano del nosocomio matesino, che ne aveva fatto espressa richiesta. Il tutto, è avvenuto con l’approvazione del vescovo Di Cerbo che ieri, presiedendo la funzione religiosa, ha manifestato la gioia e l’entusiasmo donati dalla persona di Giovanni Paolo alle generazioni che per 27 anni ha guidato con autorevolezza e dolcezza da Pastore della Chiesa universale. Il Vescovo nel ricordare la sua personale collaborazione con il Pontefice durante gli anni di lavoro in Segretaria di Stato ha tracciato il profilo di un Papa oltre gli schemi visibili, oltre i contesti ufficiali: “un uomo sempre in ascolto, capace di mettere a proprio agio le persone; il faro di riferimento per la storia del mondo a cavallo tra due secoli, un sicuro punto di riferimento mentre la storia, la politica e i protagonisti di queste vicende cambiavano non senza tensioni e scontri sociali”. Oltre all’uomo politico, il Vescovo ha tracciato di Giovanni Paolo II il profilo pastorale, dell’uomo di Dio, innamorato di Cristo che “non ha avuto paura di invitare gli uomini a spalancargli le porte e a seguirlo senza paura…fino alla fine, così come è stato per lui, profondamente segnato dalla malattia, ma coraggioso fino all’ultimo respiro”.
giovanni-paolo-ii-reliquia-4Nelle sue parole Di Cerbo ha sottolineato quanto la presenza della reliquia in un luogo di sofferenza come un ospedale, possa essere di auspicio e di aiuto, ma in particolare di speranza per quanti si trovano a vivere momenti delicati della vita, dove solo la fede può risollevare e guarire, specie nello spirito oltre che nel corpo.
Parole di speranza e di fiducia anche dal Direttore sanitario Roberto Capitani che nel sottolineare il ruolo politico di Giovanni Paolo II quale conciliatore di culture, ha auspicato che l’arrivo della sua reliquia rappresenti anche per la comunità dell’Ospedale civile un momento di incontro, di dialogo, di serenità nei rapporti tra colleghi e nel lavoro.
Al termine della Messa, la preghiera del vescovo Valentino a San Giovanni Paolo II; un atto di affidamento per i malati presenti in ospedale e i tanti che soffrono nelle loro case, nei diversi centri della Diocesi di Alife-Caiazzo: “Ti ringraziamo di essere qui a farci compagnia; ti chiediamo di essere accanto ai nostri ammalati, quelli che sono qui e quelli che sono a casa: la loro sofferenza non è segno di sconfitta, ma diventi uno strumento di vittoria (…). In quel segno che è qui tra noi, vediamo il tuo sorriso e il tuo abbraccio”.

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