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Fede come ragione di vita in “Arcobaleno”, il libro di Angela Catarcio

Una riflessione sulla necessità di attualizzare la fede cristiana, che nasce da una vocazione messa al servizio degli altri

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Arcobaleno di Angela Catarcio“La fede è diventata la mia forza, poiché mi aiuta ad affrontare le difficoltà e i tanti problemi quotidiani”. È con queste parole che la signora Angela Catarcio, ex insegnante di Lettere, esprime il suo profondo legame col sentimento religioso che l’accompagna da tempo, un sentimento convinto, che avverte la necessità di manifestarsi nella realtà di ogni giorno.
La signora Angela è autrice di diversi “lavoretti”, come lei stessa li definisce, in cui la riflessione s’intreccia con la volontà di tradurre la fede in gesti concreti, facendo sì che in ognuno di essi riviva l’incontro tra “l’umano e il cielo”.
Arcobaleno è il titolo dell’ultima opera che Angela ha realizzato, ispirandosi per il titolo a una poesia del teologo brasiliano Dom Helder Camara, Fa’ di me un arcobaleno di pace. Il Cristianesimo non può ridursi ai riti che costituiscono il suo assetto liturgico. La grande “rivoluzione” compiuta da Gesù consiste nell’aver “rotto con il formalismo dei riti”, decidendo di fondere la sua verità con i deboli e gli oppressi.
Essere “messaggero di speranza” significa calarsi nella dimensione umana, attuale, come suggerisce l’espressione “laicità del Vangelo” coniata da Josè Maria Castillo, professore universitario spagnolo.
La formazione cristiana è fondamentale per la crescita religiosa di un popolo, eppure oggi essa “è carente nelle nostre parrocchie”; di questo è fermamente convinta la signora Angela, la quale, da tempo ha messo la propria vocazione al servizio del Terzo Ordine francescano nella comunità di Piedimonte Matese. La sua fede nasce da un insaziabile desiderio di ricerca, oggi più acceso che mai, lo stesso che anni fa le ha permesso di superare le sue convinzioni agnostiche, scoprendo un’interiorità aperta e votata al Cristianesimo.
“Ognuno di noi avverte, prima o poi, il bisogno di tendere a qualcosa di trascendente, in cui poter ritrovare il senso ultimo dell’esistenza umana: come dimenticare ‘l’illusione’ di cui Foscolo parla nei Sepolcri?”. L’uomo è alla continua ricerca di questa “illusione” che “scandisce il tempo e lo rende immortale”.

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