LIBERTÀ DI ESPRESSIONE NEGATA A CASERTA. La Costituzione della Repubblica italiana all’art. 21 recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Addirittura la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo all’art. 19 recita: “Ogni individuo ha diritto alla libertà d’opinione e d’espressione, il che implica il diritto di non venir disturbato a causa delle proprie opinioni”. Ma evidentemente la libertà di manifestazione del pensiero, che è uno dei diritti fondamentali riconosciuti negli ordinamenti democratici, trova sempre meno spazio in Italia. Un esempio lampante di questa deriva totalitaria è quanto accaduto nei giorni scorsi a Caserta dove si è tenuta una «Marcia per la vita» che ha come obiettivo la salvaguardia della vita nascente minacciata da un sempre crescente numero di aborti permessi dalla contestata legge 194. Il corteo, che si è snodato lungo le strade del centro cittadino, ha visto la libera partecipazione di numerosi gruppi studenteschi.
La bontà della manifestazione, tuttavia, non ha evitato polemiche strumentali scatenate da sparute sigle associative e sindacali che hanno avuto come obiettivo il primo promotore della manifestazione, il preside Paolo Mesolella dell’Isiss «Foscolo» di Teano.
In particolare sono stati contestati la presunta costrizione degli studenti alla partecipazione alla marcia e la presunta violazione della imparzialità e laicità della scuola su un tema così importante come quello della vita. Quanto al primo punto, urge chiarire che gli istituti scolastici possono consentire la partecipazione dei propri alunni a manifestazioni inerenti anche materie non curriculari. È evidente la previa autorizzazione scritta dei genitori di quegli studenti che intendono aderire. Tutte formalità adempiute dagli istituti scolastici coinvolti. In merito al secondo punto, invece, dovrebbe essere ovvio a tutti che la promozione da parte della scuola di attività a tutela della vita e la formazione civica degli studenti al rispetto della vita nascente e alla non violenza hanno finalità altamente educative e non divisive. Inoltre non v’è stata alcuna violazione della laicità in quanto la difesa dei nascituri non è affatto monopolio della sfera religiosa. Eppure coloro che si oppongono alla maturazione umana dei giovani hanno ottenuto da parte del Ministero l’invio di ispettori presso gli istituti scolastici interessati nonché il richiamo dei rispettivi presidi.
È palesemente incoerente l’atteggiamento di coloro che si vantano di essere paladini della libertà di espressione e delle libertà civili e che contemporaneamente intendono ledere il principio dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento. La verità è che forze politicizzate hanno dimostrato con pretesti ideologici di voler difendere la libertà e la Costituzione a giorni alterni, di non aver alcun rispetto per le idee altrui e soprattutto di adottare atteggiamenti violenti e questi si divisivi. Pare evidente la lesione di principi ulteriori quali il pluralismo delle proposte formative, la libertà di insegnamento, l’autonomia scolastica – tanto decantate quando si vuol imporre anche ai più piccoli discenti una visione pervertita dell’essere umano –. La scuola pubblica – e per riflesso pezzi consistenti di quella privata, sempre più abbandonata e minacciata –, pare diventare sempre più una scuola di regime, indirizzata dalle potenti lobby internazionali di cui ha più volte parlato Papa Francesco e che vogliono stravolgere le radici antropologiche della nostra esistenza. Ci pare esser stata ben diversa la reazione di certi burocrati ministeriali allorquando in diverse realtà italiane gruppi associativi gay hanno distribuito – senza alcun preventivo avviso o parere ai genitori – materiale disgustoso o realizzato spettacoli vari per propagandare le unioni omosessuali e l’utero in affitto. Ci sono già diversi casi in Italia di docenti «inquisiti» per le loro posizioni a favore della famiglia naturale e della Vita, e che al momento stanno affrontando – o hanno da poco affrontato – dolorosi contenziosi e situazioni di mobbing. Forse siamo ad una svolta epocale nell’ambito dei principi che presiedono il nostro ordinamento? È l’ora che le Istituzioni e i cittadini prendano coscienza di quanto sta accadendo.
Alleanza Cattolica, Giuristi per la vita, Comitato Difendiamo i nostri figli di Caserta, Comitato Difendiamo i nostri figli di Napoli, Fondazione Cenacoli di Maria, Associazione Ora et Labora