È tutto pronto per dare inizio ai convegni e alla celebrazione che proiettano la Diocesi di Alife-Caiazzo verso il primo Sinodo diocesano che si terrà in questo anno pastorale.
Dopo i precedenti approfondimenti sui motivi che spingono la Chiesa locale a questo grande evento, dopo le dichiarazioni del Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, torniamo a parlarne portando lo sguardo sulla traccia biblica che guiderà la riflessione dei sacerdoti e dei laici nei prossimi mesi di lavoro fino alla conclusione e stesura del Documento che tra un anno consegnerà alla Diocesi di Alife-Caiazzo le nuove “regole” sulla liturgia, sulla catechesi, sulla caritas, sulla gestione amministrativa delle parrocchie, sugli organi di consulta e partecipazione.
L’apparizione ai discepoli di Emmaus è il brano dell’evangelista Luca scelto come riferimento biblico: “Il cammino dei discepoli con Gesù, l’incontro e il dialogo, costituisce già di per sé un’icona della sinodalità” così come si legge nel Documento preparatorio che sarà distribuito domenica a tutti i preti e agli operatori pastorali. “La vita è un syn – hodos ossia un cammino fatto insieme, ancor di più per i cristiani che si radunano nel nome di Gesù per condividere e ritrovare le ragioni del cammino in mezzo alle vicende del mondo, in particolare quelle di un preciso territorio”.
Dalla meditazione di questa Parola di Vangelo che accompagnerà l’intero percorso dell’anno, deve scaturire uno stile di vita per chi partecipa al Sinodo: “un cammino fatto di ascolto delle amarezze e disillusioni, ma anche di illuminazione della mente e riattivazione del cuore”.
Dove ci condurrà il Sinodo?
È la domanda che si pongono gli operatori pastorali, le persone impegnate nella Chiesa, che da qualche settimana vivono l’attesa di questo momento, storicamente significativo per la sua unicità temporale rispetto ai precedenti.
Il Sinodo, oltre a far ritrovare insieme la comunità di Alife-Caiazzo per una riflessione sistematica e compiuta, vuole meglio definire il ruolo della Chiesa locale nel territorio altocasertano e contribuire al loro dialogo così come già manifestato e realizzato in occasione della Visita Pastorale i cui convegni hanno rappresentato un significativo ponte tra Chiesa e territorio, tra istituzioni religiose e politiche sul presente e sulle prospettive di questa terra.