Lo scorso 9 settembre l’assemblea dei sindaci della Comunità Montana del Matese discuteva del progetto di Posteitaliane denominato “Poste 2020” che prevede, tra le novità, la consegna del recapito a giorni alterni, e che in Alto Casertano sarà esecutiva dal prossimo 24 ottobre.
È uno degli ultimi atti dell’Ente a firma del presidente Fabrizio Pepe prima della decadenza del suo incarico a causa delle dimissioni dal Consiglio Comunale di Piedimonte Matese in seguito all’inchiesta giudiziaria Assopigliatutto che ha coinvolto diversi politici locali, orientando poi la scelta di alcuni di essi alle dimissioni dalle cariche politiche in corso.
In sede di Assemblea i sindaci del Matese, prendendo atto dei gravi disagi derivanti dal piano di Poste, dopo un confronto con la sigla sindacale Cgil Slc, hanno formalmente chiesto un incontro con i vertici regionali del grande gruppo aziendale italiano, sottoponendo ad essi non solo il problema di un graduale isolamento e impoverimento dei comuni più piccoli (la maggioranza di quelli matesini), ma anche la consistente perdita di posti di lavoro che toccherà numerosi dipendenti postali costringendo questi ad una ricollocazione del proprio ruolo: nella sola provincia di Caserta saranno 110 i portalettere da rimettere su altri incarichi o destinare al pensionamento, per un totale di 406 posti in tutta la Campania.
Ad oggi nessuna risposta, ma la certezza che il Piano procederà il suo corso non senza polemiche da parte di lavoratori e cittadini.
L’attenzione dell’assemblea della Comunità Montana si è rivolta alle fasce più deboli della popolazione, quelle già “isolate” da relazioni, quelle socialmente ai margini, quelle con cui è più difficile garantire e tenere saldo il rapporto cittadino-stato, che ancora – spesso e forse unicamente – passa attraverso la corrispondenza postale.
La posta verrà di fatto consegnate due volte a settimana e tre in quella successiva, con la sola eccezione del comune di Piedimonte Matese dove la densità demografica supera i limiti consentiti dal piano di aggiornamento.
“Si rende imperativo – si legge nel verbale di seduta della Comunità Montana del Matese – mobilitarsi al fine di salvaguardare la tutela delle categorie più deboli, degli anziani, delle persone diversamente abili, di tutti coloro che hanno l’esigenza e la necessità di usufruire dei servizi svolti da Poste italiane. Per questo motivo si intende portare all’attenzione del Direttore Regionale di Poste Italiane Spa, la pericolosità dell’attuazione di questo progetto che oltre a rappresentare per la nostra Provincia una perdita di “posti di lavoro” (oltre 150), ne configura la grave disgregazione sociale. In tale sede si chiederà la sospensione del progetto Poste 2020 nel corso di udienza alla presenza di tutti i n.17 Sindaci dei Comuni appartenenti alla Comunità Montana Zona del Matese”.
Appello rimasto isolato a fronte di una decisione forse irrevocabile seppur nel resto d’Italia, già interessata dalla novità del recapito a giorni alterni, siano partite proteste e contestazioni da parte dei dipendenti di Poste Italiane. Non da ultimo lo sciopero generale del 4 novembre promosso da tutte le sigle sindacali di settore con manifestazioni nelle principali piazze d’Italia. La Campania si ritroverà a Napoli.
La Comunità Montana del Matese tuona su Poste Italiane
L'unico Ente in provincia di Caserta ad aver accolto la proposta e la provocazione della sigla sindacale Cgil Slc in difesa dei territori sottoposti alla riforma Poste 2020 che dal 7 novembre riduce i servizi anche in Alto Casertano