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Ponte Margherita. La Provincia di Caserta da che parte sta?

Il Comitato Pro Ponte si schiera contro lo sperpero di denaro pubblico per la imminente messa in sicurezza del ponte destinato tra qualche anno alla demolizione e propone di sostenere le spese per migliori e più certe verifiche sulla tenuta della struttura che collega il Matese alla provincia di Caserta

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conferenza stampa comitato pro ponte margheritaDavvero la Provincia di Caserta ha a cuore la vita sociale e commerciale dell’Alto Casertano? È ancora in grado di rappresentare il variegato elettorato, fatto da studenti, imprenditori, operai, artigiani, professionisti che confidano nella politica al servizio del cittadino?
Sono alcune delle domande manifestate questa mattina dal Comitato Pro Ponte in conferenza stampa convocata per aggiornare gli operatori dell’informazione su quanto avvenuto e promosso dal medesimo a partire dalla chiusura de quo di Ponte Margherita da parte della Provincia di Caserta, lo scorso gennaio.

conferenza stampa comitato pro ponte margheritaIl Comitato costituito per lo più da commercianti, quelli che stanno di fatto morendo a causa del blindato isolamento in cui li ha costretti la decisione dell’Ente senza aver, dopo 10 mesi, individuato soluzioni concrete e modalità perseguibili, se non la prossima discussa messa in sicurezza della struttura. In questa considerazione è racchiuso lo stato d’animo e la riflessione di coloro che hanno deciso di vederci chiaro e capire perché il ponte è stato chiuso senza prove concrete della sua fragilità e perché la Provincia si ostina a non interloquire con chi chiede chiarezza e soprattutto contenimento della spesa pubblica a fronte dei 700mila euro per l’imminente lavoro e la successiva demolizione del ponte per la costruzione di uno nuovo.
Da pochi giorni infatti è stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori di messa in sicurezza della struttura che collega i comuni di Dragoni e Alife, ma più concretamente unisce il Matese al resto della provincia di Caserta.
L’architetto Di Pinto e l’avvocato Pannone, rispettivamente a rappresentare lo studio e la posizione del Comitato Pro Ponte hanno illustrato cosa è accaduto e cosa accadrà. Chiedono dialogo e rispetto delle professionalità messe in campo i membri del comitato; chiedono ascolto e la possibilità di dimostrare che la chiusura del ponte sia avvenuta in modo affrettato e senza prove documentate delle sue condizioni.

“Non bastano i carotaggi in un pilone. Il grave risultato di questa analisi e la dimostrata fragilità dei materiali non permetterebbe al ponte di reggere il suo stesso peso, cosa che però avviene; ecco perchè bisogna proseguire nello studio” ha dichiarato Di Pinto citando poi le omissioni nelle verifiche individuate dal Cias (Centro Internazionale di Agiornamento Sperimentale-Scientifico) come le prove di omogeneità dinamica su tutte le campate (sono 5 quelle di ponte Margherita); prove di carico statica a carichi ridotti supportata da precisi calcoli matematici; elasticità dei materiali; valutazione della capacità residua del ponte sul modello numerico; esecuzione della prova di carico; eventuale rilascio di una dichiarazione di transitabilità, anche temporanea; studio di fattibilità sul risanamento o rifacimento del ponte.

Manca tutto questo per poter affermare con certezza che il ponte è a rischio crollo così come la Provincia in un primo momento di confronto comunicava e perciò il Comitato chiede la riapertura immediata della struttura.
Dove attinge tuttavia la decisione dell’Ente assunta in maniera così repentina nel giro di pochi giorni quasi un anno fa?
Nel 2010 l’allora presidente della Provincia Zinzi commissionava la verifica dello stato dei ponti di tutto il casertano; 4 anni per i risultati depositati presso gli uffici competenti che inducevano la Provincia ai primi saggi già su Ponte Margherita, effettuati solo per metà, nel versante alifano della struttura. Da quei primi studi emergevano perplessità anche per il trafficatissimo ponte sul Volturno a Piana di Monte Verna per la stessa tipologia di materiali di costruzione. Ma nessun passo è stato compiuto verso uno studio effettivo delle condizioni di salute delle possenti strutture di collegamento dell’Alto Casertano. Eppure proprio su ponte Margherita 11 anni fa veniva collocato un nuovo solettone ed installata la tubatura della condotta idrica. Lavori eseguiti senza verificare – nemmeno in quel caso – le condizioni di sicurezza necessarie e la tenuta della struttura?

Il Comitato Pro Ponte questa mattina ha messo insieme i pezzi di una storia controversa, le domande, e provato a dimostrare le contraddizioni in atto rimanendo fedele alla volontà di finanziare con fondi propri l’integrazione dello studio ingegneristico “affidando l’incarico ad esperti del settore di chiara fama e certamente al di sopra delle parti”

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