di M. Chiara Biagioni
“Per 50 anni luterani e cattolici hanno percorso un cammino che li ha condotti dal conflitto alla comunione. Con gioia riconosciamo che quanto ci unisce è più grande di quanto ci separa”. Si è aperta con queste parole pronunciate dal vescovo Munib A. Younan, presidente della FederazioneLuterana mondiale, la preghiera ecumenica nella cattedrale di Lund che per la prima volta ha riunito insieme cattolici e luterani per commemorare i 500 anni della riforma di Lutero.
Un evento impensabile solo fino a pochi anni fa ma reso possibile grazie a un dialogo che è stato portato avanti con fedeltà e perseveranza, nonostante sul terreno permangano ancora ostacoli e punti divergenti. A Lund, insieme a Papa Francesco, cattolici e luterani hanno pregato insieme e ringraziato Dio per il cammino di comunione fino ad oggi percorso.
Ma hanno anche chiesto perdono per il male commesso gli uni contro gli altri. Per i secoli di guerra che ha reso l’Europa un mare di sangue. Per il peccato della disunità che ha spaccato l’unica Chiesa di Cristo. Per aver sottolineato negli anni passati ciò che li separava piuttosto che guardare a ciò che li univa. Per aver accettato che il Vangelo si mischiasse con gli interessi politici ed economici di chi aveva il potere.
Una richiesta di perdono che si è sciolta nella cattedrale di Lund in un caloroso abbraccio della pace che oltre a porre fine a un passato di divisione e lontananza, è chiamato a diventare oggi l’inizio di una storia diversa e riconciliata.
“Non possiamo rassegnarci alla divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi”, ha detto Papa Francesco prendendo la parola in cattedrale.
Luterani e cattolici – ha incalzato il segretario generale della Federazione Luterana mondiale Martin Junge – devono essere “un dono di speranza in mezzo a una umanità che anela a vivere in una diversità riconciliata”.
“Un viaggio importante per l’ecumenismo”, ha detto Papa Francesco parlando con i giornalisti sull’aereo che lo stava portando in Svezia. E a Lund, Papa Francesco e il vescovo Munib A. Younan hanno firmato una Dichiarazione congiunta. “Mentre il passato non può essere cambiato – si legge nel testo -, la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati.
Preghiamo per la guarigione delle nostre ferite e delle memorie
che oscurano la nostra visione gli uni degli altri”.
“Insieme per la speranza”. È stato questo lo slogan che ha accompagnato all’arena di Malmö la commemorazione pubblica della Riforma di Lutero. Davanti ad una platea di più di 10mila spettatori, sul palco si sono alternati canti, danze e momenti di preghiera. Hanno preso la parola 4 rappresentanti della Chiesa cattolica e della Federazione luterana impegnati su diversi fronti della pace e della riconciliazione nel mondo. Pranita Biswasi, una giovane attivista indiana per l’ambiente; monsignor Hector Fabio Henao che parlato del processo di pace in Colombia; Marguerite Barankitse, del Burundi, oggi rifugiata in Ruanda, che ha raccontato del suo impegno per i bambini orfani del suo Paese. E infine Rose Lokonyen, rifugiata del sud Sudan, che è stata portabandiera alle ultime Olimpiadi di Rio per la squadra olimpica dei rifugiati.
“Per noi cristiani – ha commentato il Papa – è una priorità andare incontro agli scartati e agli emarginati del nostro mondo e rendere tangibile la tenerezza e l’amore misericordioso di Dio, che non scarta nessuno, ma accoglie tutti. A noi cristiani è chiesto di essere protagonisti della rivoluzione della tenerezza”.
L’incontro di Lund si svolge in un periodo storico segnato da violenze e conflitti che stanno conducendo l’umanità ad evolvere verso la divisione, il settarismo, la chiusura. Ma come fu con gli ortodossi sull’isola di Lesbo, nell’era di Papa Francesco, il dialogo ecumenico si declina sempre più in azione di fraternità verso le vittime più fragili di questa “terza guerra a pezzi”. Batte forte il cuore delle Chiese per la Siria, l’Iraq e l’intero Medio Oriente e a Lund cattolici e luterani hanno pregato per la pace in queste terre e hanno ascoltato in silenzio la commovente testimonianza del vescovo cattolico di Aleppo mons. Antoine Audo.
Non è dunque un caso se il primo frutto di questa lunga giornata ecumenica sia una Dichiarazione di intenti siglata da Michel Roy, di Caritas Internationalis, e da Maria Immonen, direttore del World Service della Federazione Luterana mondiale.
Un impegno solennemente preso per “unire le nostre forze . Per portare speranza. Per testimoniare e agire insieme, senza essere esclusivi”.