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Il Referendum costituzionale su Senato, costi e Cnel. Le ragioni del Sì e quelle del No

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La riforma costituzionale consentirà alle nostre istituzioni di funzionare meglio. Ma per restituire credibilità alla politica, è necessario anche ridurre le poltrone e i costi connessi a questo funzionamento. Cento senatori (anziché gli attuali 315) saranno sufficienti a rappresentare le istanze di Regioni e Comuni, senza ricevere indennità: per lo Stato il risparmio a regime sarà superiore a 150 milioni. L’abolizione definitiva delle Province dalla Costituzione impedirà che esse possano essere riproposte in futuro. Gli stipendi dei consiglieri regionali oggi appaiono spesso spropositati e ricondurli a quelli dei sindaci dei Comuni capoluogo è una misura di buon senso. Inoltre, l’abolizione dei finanziamenti ai gruppi regionali impedirà il ripetersi degli scandali cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Inoltre, le Regioni perderanno alcune competenze che saranno ricondotte allo Stato, evitando contenziosi dispendiosi e la ripetizione di capitoli di spesa. Da tutte queste misure, si potranno ricavare fino a 320 milioni. Infine, il Cnel – costato dalla sua nascita un miliardo di euro – sarà abolito definitivamente: non ha mai prodotto una legge.

Per approfondire
www.bastaunsi.it


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Il nuovo Senato porrà diversi problemi. Anzitutto, la riduzione del numero dei senatori comporterà un risparmio che, secondo la Ragioneria Generale dello Stato, sarà contenuto: 9 milioni, ai quali si aggiungeranno 40 milioni derivanti dalle indennità, non più corrisposte ai senatori. Un risparmio marginale, su un bilancio del Senato di oltre 500 milioni di euro. In secondo luogo, il contenzioso non si ridurrà: oltre a quello derivante dalla confusione del riparto della competenza legislativa tra Stato e Regioni, si profilerà un conflitto tra le due Camere, determinato da un procedimento legislativo farraginoso e non chiaro circa i poteri del Senato. In caso di mancato accordo tra i Presidenti delle Camere sul procedimento da seguire, l’ultima parola spetterà alla Corte Costituzionale. In terzo luogo, un Senato così concepito non rappresenterà i territori: non c’è vincolo di mandato ed è quasi certo che si organizzerà in gruppi secondo l’appartenenza partitica dei consiglieri e dei sindaci.

Per approfondire
www.iovotono.it

da Agensir

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