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Piedimonte Matese. Riaperta la Chiesa del Carmine. Il grazie alla Curia e a quanti vi hanno lavorato

“Le nostre chiese sono punti di riferimento che ci danno la sensazione vera della nostra vita e senza dei quali sarebbe un vivere triste”. Le parole di Mons. Di Cerbo ai fedeli

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Mons. Valentino Di Cerbo con i membri delle confraternite del Carmine e della Libera

Il momento era atteso da almeno due mesi. Dopo l’esplosione di emozioni generata dalla riapertura di Ave Gratia Plena, dopo lo sfavillio delle luci e lo sfolgorio degli stucchi ritornati alla bellezza primigenia, di bocca in bocca, la domanda si era fatta sempre più pressante: a quando la riapertura della Chiesa del Carmine? La chiusura di questo tempio, a seguito dei danni causati dal sisma del 2013, era stata un ulteriore dolore per gli abitanti del Rione Vallata e per gli stessi piedimontesi, che vi sono legati da intere generazioni.
Sabato scorso, la loro attesa si è trasformata in gioia, durante la solenne cerimonia che ha sancito la riapertura al culto dello storico edificio sacro, dopo i recentissimi interventi di messa in sicurezza e risanamento conservativo. A celebrare, il nostro Vescovo, Mons. Valentino di Cerbo che accompagnato dai membri della Reale Arciconfraternita del Carmine, è giunto in processione dalla Chiesa del Monastero di San Benedetto; ha poi spalancato i battenti e ha fatto ingresso in chiesa per la celebrazione, a cui hanno partecipato il Parroco di Ave Gratia Plena Don Emilio Salvatore, Don Pierre Ateba e Don Domenico La Cerra.

Si è trattato di un momento veramente sentito: sullo sfondo di un edificio monumentale, finalmente restaurato, le cui architetture estremamente lineari e sobrie ora scintillano in tutta la loro bellezza, accanto all’Arciconfraternita del Carmine spiccava presenza dei Confratelli di Santa Maria della Libera e di una folla di fedeli, composta ed entusiasta, che ha partecipato all’animazione liturgica curata dal Coro parrocchiale.
“La gioia più grande per noi cristiani quando ci riuniamo nel nome di Gesù è Gesù stesso, è l’incontro con lui – ha esordito Mons. Di Cerbo, durante l’omelia – oggi a questo motivo fondamentale di gioia se ne aggiungono anche altri, come l’apertura di questa bella chiesa. Purtroppo abbiamo tantissime belle chiese a Piedimonte, non sempre ce le possiamo gustare tutte, perché non sempre possiamo officiarle tutte, ma ci sono e sono il segno della fede di chi ci ha preceduto e di chi a queste chiese ci tiene e di queste chiese ha cura”.
Il Vescovo ha poi aggiunto “Questa bella chiesa che oggi riapriamo è l’undicesima dopo l’evento del sisma del 29 dicembre 2013, momento brutto per la nostra Diocesi, un momento dal quale noi abbiamo potuto sperimentare l’amore del Signore per noi. Era un momento di sconforto quello, poi le cose si sono girate nel modo giusto e siamo qui ad appena tre anni, a meno di tre anni da quell’evento a riaprirle al culto ed a dedicarle ancora alla preghiera, a dedicarle ancora al loro compito di essere luoghi dello spirito, luoghi dove Dio è presente e dove Dio parla ancora al nostro cuore”.
Parlando a braccio, Mons.Di Cerbo non ha fatto mancare il suo plauso a quanti si sono prodigati in questo intervento di recupero “I tecnici, le maestranze, l’ufficio diocesano per i Beni culturali, tante persone al di là dell’esercizio della loro professionalità ci hanno messo la passione e ci hanno messo il cuore, hanno lavorato tanto e ci hanno messo tanta fatica; io li ringrazio per la passione che hanno messo per rendere belle queste nostre chiese, nel restituirle al popolo ed ai fedeli della nostra città. Li ringrazio molto, è stato un bell’esempio che ci hanno dato. Essi ci stimolano ad amare di più le nostre chiese, ad amarle sempre… perché le chiese sono questi luoghi dell’anima che costituiscono dei punti di riferimento, ci danno la sensazione vera della nostra vita e ci aiutano ad elevare il livello del nostro vivere; senza questi punti di riferimento, sarebbe un vivere triste”.
Il Vescovo inoltre ha colto l’occasione per ricordare che l’indomani la Diocesi intera avrebbe dedicato la giornata alla preghiera per nuove vocazioni e così ha esortato i fedeli presenti a pregare anch’essi affinchè la Comunità di Alife-Caiazzo possa essere benedetta al più presto da una nuova primavera vocazionale. Alle parole del presule hanno fatto eco quelle di Don Emilio il quale, al termine della cerimonia, ha voluto esprimere la propria gratitudine alla Curia per tutto l’impegno profuso in questo intervento di recupero ricordando che, in pieno accordo con l’Arciconfraternita del Carmine, è intenzione della Comunità di Ave Gratia Plena di mantenere aperta questa chiesa ogni giorno e di istituirvi due volte al mese un presidio stabile di preghiera e di adorazione eucaristica.

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