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2 / “Maria è Tempio del Signore. Attraverso di Lei, Dio si fa carne e si rende presente”

Il Vescovo stamane, in Ave Gratia Plena, ha meditato insieme con i fedeli il passo delle Scritture del roveto ardente “Questo fuoco che arde e non si consuma è segno dell’eternità di Dio”.

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Questa mattina il secondo appuntamento di preghiera, durante la novena di preparazione alla Solennità dell’Immacolata presso la Parrocchia di Ave Gratia Plena.
Archiviata la prima mattinata, dove la situazione meteorologica particolarmente critica e le forti raffiche di vento avevano messo a dura prova la partecipazione dei fedeli, la celebrazione si è svolta in un clima di crescente suggestione spirituale, accentuata da una presenza popolare via via più pronunciata e convinta, proveniente non solamente dai diversi quartieri della città ma anche dalle campagne limitrofe e dalla vicina Alife.
Dopo la recita del Santo Rosario e la preghiera della Coroncina – quest’ultima da parte del Vescovo stesso – Mons. Di Cerbo ha celebrato l’Eucaristia ed ha ripreso il filo della meditazione, concentrando l’attenzione sulle Letture proclamate nel corso della celebrazione, con particolare menzione per il passo della Scrittura narrante la scoperta del roveto ardente da parte del Profeta Mosè sul Monte Oreb (Esodo 3,1-6).
ave-gratia-plena-piedimonte-matese-2“Con questa manifestazione di Dio – ha esordito Mons. Di Cerbo nella sua omelia – la Scrittura ci vuole mostrare la vicinanza di Dio all’uomo. Questo fuoco che arde e non si consuma è segno dell’eternità di Dio, dell’amore di Dio che circonda ma che allo stesso tempo è inafferrabile e di fronte al quale dobbiamo porci in atteggiamento di venerazione, di rispetto. Dobbiamo imparare a rispettare la grandezza di Dio: questo ci dice la Bibbia. In questo roveto che arde senza consumarsi – ha aggiunto il Vescovo – i Padri della Chiesa hanno visto qualcosa che rimanda a Maria, hanno visto l’immagine della Verginità di Maria. Allo stesso tempo hanno visto la qualità della Maternità di Maria, perché quello che nacque da Lei, il Figlio che nacque da Lei è un po’ come il fuoco, un qualcosa di materiale ed inafferrabile, concreto come l’umanità e inafferrabile come la divinità. In questo invito a Mosè di levarsi i calzari – ha concluso il Presule – i Padri della Chiesa hanno visto anche un invito a noi, ad accostarci sempre con ammirazione a Maria, perché attraverso di Lei, Tempio del Signore, Dio si fa carne, Dio si rende presente.”

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