In occasione della giornata mondiale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, anche il coro caiatino “’U còr ‘e mammà” della Parrocchia San Nicola de’ Figulis-San Pietro del Franco, ha organizzato una manifestazione intitolata …ma le voleva bene…: donne contro la violenza che si è svolta nel piccolo teatro Jovinelli di Palazzo Mazziotti. Un folto pubblico è intervenuto, lasciandosi letteralmente rapire e coinvolgere dall’intensità del messaggio lanciato da queste mamme, accanto alle quali si è aggiunta la voce esperta delle psicologhe del Centro Diocesano per la Famiglia “Mons. Angelo Campagna” che hanno portato la loro competenza offrendo numerosi spunti di riflessione.
Non una serata qualunque: non solo canzoni, non solo parole, ma un’unica vibrazione di cuori. Un unico coro per dire basta a violenze e soprusi. Per dar voce a chi non ce l’ha fatta, ma anche alle madri e ai padri di queste donne violate, e ai loro figli, orfani due volte.
L’idea di dedicare una serata a questo tema nasce una triste sera, di fronte al letto di morte di una donna che, lentamente, disillusa e spenta, decide di lasciarsi morire, piuttosto che affrontare lo sguardo impietoso della gente.
La violenza di genere, che nella forma più esacerbata si trasforma in femminicidio, di “espressioni” ne ha tante altre, subdole e altrettanto crudeli e sono quelle che non uccidono il corpo ma la voglia di vivere. Le vittime di queste vessazioni ancora respirano, ma sono morte dentro, uccise un po’ alla volta, un’offesa dopo l’altra, un insulto dopo l’altro, una violenza dopo l’altra, un pregiudizio dopo l’altro: quelle che i lividi li portano nell’anima e nel cuore. Quelle che oltre ad essere vittime di un uomo insicuro e violento, lo sono anche della rassegnazione che gli viene insegnata fin da piccole, perché sono donne. Vittime di un contesto in cui ancora oggi troppo spesso tende a puntare il dito contro una donna che sceglie di uscire allo scoperto, di rimettersi in gioco, di riprendersi la propria vita, anche quando sa che rischia di perderla e spesso accade. A giudicare insieme ai tanti uomini, ci sono anche troppe donne!
Le donne de ’U còr ‘e mammà si rifiutano di far parte di una cultura ancora così pregna di luoghi comuni e di stereotipi verso chi sceglie di andare controcorrente, e con questa manifestazione hanno voluto farsi voce per tutte quelle che si nascondono, che rimangono nel silenzio, logorate dalla paura. Per chi, dopo una lite, dopo l’ultimo schiaffo, ha deciso di annullarsi piuttosto che rimanere accanto ad un uomo che non l’aveva mai amata.
Questo coro di mamme, nato per amore dei bambini, vuole farsi interprete della condizione chi di amore non ne ha più; monito di speranza per il futuro dei figli e delle figlie di questo tempo, bambini e bambine che sanno ancora giocare a nascondino e sognare. Queste mogli vogliono far sapere alle tante altre che la delusione, la vergogna, la paura non possono diventare più forti della dignità!
Mamme consapevoli di essere nate donne in un tempo in cui urge costruire ponti, abbattere muri, stabilire connessioni tra modi di pensare e di vivere antichi e quelli attuali, troppo nuovi per essere facilmente accettati perché spaventano e destabilizzano, rendendo tutti più vulnerabili. E sanno bene, queste donne, che ci vuole tanta fatica, tanto coraggio. Tanta perseveranza. Ma sanno anche di avere dalla loro parte una forza enorme, e vogliono ricordarlo a chi, delusa, l’ha dimenticato: la capacità di rialzarsi sempre e senza mai spegnere il sorriso!
Foto di Rossano Orchitano