Ai microfoni di Radio Vaticana Claudio Baglioni parla del concerto di beneficenza che terrà in Vaticano il prossimo 17 dicembre. Finalità dell’iniziativa, che s’ispira a una proposta di Papa Francesco, sono la costruzione di un ospedale pediatrico a Bangui (Centrafrica) e sostegno alle vittime del terremoto in Centro Italia
Sabato prossimo 17 dicembre, alle 20.30, Claudio Baglioni terrà nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, un concerto di beneficenza intitolato “Avrai”, con l’obiettivo di aiutare due importanti progetti: un ospedale pediatrico a Bangui, in Centrafrica, e le vittime del terremoto in Centro Italia. Si possono donare 2 euro con un “sms” da rete cellulare oppure 5 o 10 euro, chiamando da rete fissa al numero solidale 45523. L’evento sarà trasmesso in diretta su Rai Uno. Ma com’è nata l’idea di questo concerto? Ascoltiamo Claudio Baglioni al microfono di Alessandro Di Bussolo:
L’idea nasce da una proposta di Papa Francesco, e casualmente corrisponde anche al giorno del suo ottantesimo compleanno (il 17 dicembre). Papa Francesco ha aperto il Giubileo della Misericordia a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana; e visitando l’ospedale ha trovato questa struttura in condizioni piuttosto critiche. Lì poi era con il comandante Giani, il capo della Gendarmeria. E attraverso questi racconti io sono stato interessato al fatto che ci potesse essere un progetto che andava poi, come destinazione finale, alla raccolta di fondi che fossero utili al ripristino e alla sistemazione di alcune strutture di quest’ospedale. In seguito, purtroppo si è verificato anche il sisma nelle zone del Centro Italia – all’inizio nella Valle del Tronto e poi nella Valnerina – e allora si è pensato che fosse anche un segnale simbolico, ma al tempo stesso fattivo, quello di poter trasferire una parte di queste somme ad un’opera che poi si completerà per un oratorio di Norcia.
Perché la scelta di “Avrai” come titolo del progetto, tra tutte le sue canzoni?
“Avrai” è una canzone importante per me dal punto di vista professionale, ma anche nella mia vicenda umana perché è stata scritta in occasione della nascita di mio figlio Giovanni. È una canzone che nel tempo è diventata una sorta di inno, dell’augurio, della promessa, del patto stabile che ci deve essere tra coloro che sono già al mondo e quelli che stanno per arrivare. E poi perché è un futuro: “Avrai” significa stabilire ancora una volta in più una concordia, un senso di trasmissione, sia di valori ma anche di cose che diano esperienza, tradizione, ma anche slancio per il futuro che noi pensiamo debba sempre essere la parte migliore della nostra esistenza.
I biglietti sono già esauriti: c’è un modo per chi vuole continuare ad aiutare questi vostri progetti per le periferie?
Sì, i titoli di ingresso sono stati tutti presi. Abbiamo riempito la sala e siamo tra l’altro fieri perché siamo già in grado di poter consegnare una cifra molto importante, pari a 500mila euro. Però contiamo di poter aumentare questa somma attraverso un numero solidale – il 45523 – facendo il quale si possono donare 2 euro, mandando un sms, o 5-10 euro chiamando da rete fissa. Abbiamo anche stabilito una sorta di gesto che probabilmente, anzi sicuramente, faremo anche durante il concerto un po’ tutti: io sono da sempre abituato alla fine dei miei concerti a ringraziare il pubblico, oltre che attraverso un “grazie” anche attraverso un gesto, che è come toccarsi il cuore, sentirlo e volerlo anche regalare in qualche modo. Quindi essere grati e cercare di restituire questa gratitudine. Quindi chiederemo di fare, proprio attraverso questo gesto ogni volta, una donazione ulteriore, perché tutte le somme che possono arrivare saranno utili a questo scopo.