Tornano a casa le 1000 e più pergamene dell’Archivio vescovile di Caiazzo, dopo oltre 50 anni di deposito presso l’Archivio di Stato di Napoli.
Un ritorno che emoziona, che ricollega i pezzi di storia, che ricuce gli strappi, che mette insieme i tasselli e rivela – di un territorio – una identità sempre più chiara.
«Un nuovo segno concreto dell’impegno e dell’attenzione della Diocesi per la città di Caiazzo, nonché di quanti, con competenza e passione hanno consentito il raggiungimento di questo ambito traguardo, occasione singolare di crescita culturale e  soprattutto di promozione territoriale», così ha commentato l’evento il vescovo Mons. Valentino Di Cerbo.
Si tratta di 1411 unità documentarie che coprono un arco temporale che va dal 1007 fino al 1887, un fondo pergamenaceo tra i più completi e interessanti di tutto il Mezzogiorno e certamente una testimonianza storica unica per l’area del Medio Volturno.
Diversi e complessi i tentativi, compiuti negli ultimi anni, per riportare nella sua sede naturale l’intero corpo documentario, nei quali sono stati coinvolti la Soprintendenza Archivistica nella persona del soprintendente Maria Luisa Storchi, il Direttore dell’Archivio diocesano dott. Luigi Arrigo e il Vescovo Di Cerbo.

È del 1 aprile 2016 la richiesta formale di restituzione dell’intero fondo depositata alla Direzione Generale degli Archivi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che, acquisito il parere della Soprintendenza, il 28 giugno 2016 ha disposto la revoca del deposito, chiedendo all’Archivio di Stato di Napoli di procedere alla consegna del fondo, previa verifica della sua integrità.
Quella di ieri resta per la storia della città di Caiazzo una data memorabile: il neo direttore dell’Archivio di Stato nonché Soprintendente Archivistico facente funzioni, dott. Paolo Franzese,  ha consegnato l’intero corpus alla Diocesi di Alife-Caiazzo, che si appresta a ricollocarlo nei locali del rinnovato Archivio storico diocesano caiatino, dove sono già custoditi pregiati documenti, fruibili anche attraverso modernissimi sistemi di consultazione digitale.
«La restituzione al nostro territorio di questo importante corpus diplomatico – ha dichiarato il dott. Arrigo, responsabile dell’Archivio diocesano – ha un’importanza notevole per la cultura e la storia locale. L’opera di custodia e di valorizzazione fatta dall’Archivio di Stato di Napoli è stata fondamentale per garantire la conservazione e l’integrità di tali documenti, ma oggi, grazie al rinnovato impegno della Diocesi, si mettere a disposizione della comunità e degli studiosi una ricchezza documentaria che è certamente motivo di entusiasmo, orgoglio e rinnovato senso di responsabilità».
Un successo che ha radici nella premura dei vescovi Mons. Angelo Campagna e Mons. Pietro Farina, ma è stato possibile grazie  all’allestimento dell’archivio storico diocesano di Caiazzo, fortemente voluto da Mons. Valentino Di Cerbo e realizzato dal dott. Arrigo, coadiuvato da archiviste esperte quali la dott.ssa Roberta Cinque e la dott.ssa Claudia Curcio.
Il rientro delle pergamene è stato frutto anche della competenza e della professionalità di esperti e tecnici, tra cui il caiatino Gianrufo Sparano, profondo conoscitore e studioso del corpus.
Intanto si lavora già al futuro di queste carte. Del fondo appena recuperatose ne occuperà la dott.ssa Laura Esposito, per continuarne lo studio già avviato ai fini della pubblicazione. Nel frattempo le pergamene saranno riordinate e ne saranno verificate le condizioni di conservazione, che in alcuni casi risultano estremamente precarie a causa della chiusura decennale della sala diplomatica all’Archivio di Stato. Nelle prossime settimane si procederà ad una prima mappatura e individuazione degli interventi necessari, dalla disinfestazione al primo restauro.
Per l’inizio del nuovo anno è già stato concordato con il direttore un evento di presentazione del “ritorno in patria” del fondo pergamenaceo caiatino con l’allestimento di una mostra tematica.
Sarà altresì avviata contestualmente la riproduzione digitale a partire dal nucleo longobardo.

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