Una sosta, nel cammino verso il Natale, per fare memoria di quanto il Signore “ha fatto per noi”, fermandosi a guardare “la storia di un Dio che ha voluto camminare con il suo popolo e farsi, alla fine, uomo come ognuno di noi”. Così Papa Francesco ha interpretato il brano odierno del Vangelo di Matteo – che enumera la genealogia da Abramo a Gesù (1,1-17) – concelebrando la Messa nella Cappella paolina con i cardinali residenti a Roma, in occasione del suo 80° compleanno.
“Nel momento nel quale la vigilante attesa diviene più intensa”, “la liturgia ci fa fermare un po’”, osserva il Papa. Perché? “Semplicemente, la Chiesa vuole che noi facciamo memoria”, atteggiamento “che dà all’anima tanta forza” e che “la stessa Scrittura sottolinea come modo di pregare, d’incontrare Dio”. Allora, “guardare indietro per andare meglio avanti” è il significato di questa giornata liturgica, che fa riscoprire “la grazia della memoria”. “È proprio dell’amore – precisa Francesco – non dimenticare, avere sotto agli occhi il tanto bene che abbiamo ricevuto, guardare la storia: da dove veniamo, i nostri padri, i nostri antenati, il cammino della fede”; così si rende anche “più intensa questa vigilante attesa verso il Natale”.
“Guardare indietro per andare avanti” è, in sintesi, ciò che emerge dal brano evangelico odierno, ed è ciò che vale anche per la vita di fede di ciascuno. In “questo passo del Vangelo – prosegue Bergoglio – c’è una storia di grazia tanto grande, ma anche una storia di peccato. Nella strada sempre troviamo grazia e peccato. Nella storia della salvezza ci sono peccatori grossi” e “santi”. “Nella nostra vita – aggiunge – troveremo lo stesso: momenti di grande fedeltà al Signore, di gioia nel servizio” e “qualche momento brutto, d’infedeltà e di peccato, che ci fa sentire il bisogno della salvezza”. Ma proprio questo bisogno è un passaggio importante, perché avvertendolo “confessiamo la fede”, “e così si va avanti nella gioia della speranza”.
da Agensir