di Gianni Borsa
Dare un contributo alla società e, al contempo, acquisire un’esperienza per proiettarsi nel mondo del lavoro. Sono i due principali obiettivi che la Commissione europea si è posta nello stendere una serie di iniziative rivolte ai giovani nel campo della formazione, dei tirocini del volontariato e dell’impiego. Anche se la proposta più originale – benché ancora da precisare e da rendere effettivamente operativa – è l’istituzione del Corpo europeo di solidarietà. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che aveva annunciato tale iniziativa durante il discorso sullo Stato dell’Unione nel settembre scorso, commenta: “Il Corpo europeo di solidarietà assegnerà ai giovani che lo desiderano l’opportunità di dare un contributo significativo alla società e di dimostrare la propria solidarietà, cosa di cui il mondo e la nostra Unione hanno grande bisogno”.
Punto primo: creare lavoro. Le azioni dell’Esecutivo Ue prendono varie direzioni. Viene rafforzata (almeno nelle intenzioni della squadra di Juncker, che poi dovranno ottenere il via libera da Parlamento e Consiglio Ue) la “Garanzia giovani”, creata nel 2013 per contrastare la disoccupazione giovanile. Da allora – pur rimanendo grave tale problema, con milioni di under30 senza impiego, concentrati soprattutto nell’Europa dell’est e del sud – 1,6 milioni di giovani ha trovato un impiego anche grazie alle migliorate condizioni economiche generali e agli interventi dell’Ue e degli Stati membri.
Si aggiungono azioni volte a favorire la formazione scolastica (“istruzione di qualità”) e l’apprendistato, con la creazione di “ErasmusPro”, attività specifica del programma Erasmus+.
Dare una mano, concretamente. Ma la novità riguarda soprattutto il Corpo europeo di solidarietà, che andrebbe ad affiancare, pur differenziandosi sotto vari aspetti, il Servizio volontario europeo. “I partecipanti al nuovo Corpo europeo”, chiarisce la Commissione, “di età compresa tra i 18 e i 30 anni”, avranno in sostanza la possibilità “di essere inseriti in un progetto di volontariato o in un tirocinio, un apprendistato o un lavoro per un periodo da 2 a 12 mesi”.
I partecipanti potranno essere impegnati in un’ampia gamma di attività in settori quali: istruzione, assistenza sanitaria, integrazione sociale, assistenza nella distribuzione di prodotti alimentari, costruzione di strutture di ricovero, accoglienza, assistenza e integrazione di migranti e rifugiati, protezione dell’ambiente e prevenzione di catastrofi naturali. Lo stesso Juncker, nel discorso sullo Stato dell’Unione, aveva esemplificato: “Spesso ci dimostriamo solidali con più facilità quando ci troviamo di fronte un’emergenza. Quando le colline portoghesi bruciavano, gli aerei italiani hanno domato le fiamme. Quando una inondazione ha interrotto la corrente elettrica in Romania, i generatori svedesi hanno riportato la luce. Quando migliaia di profughi sono sbarcati sulle coste greche, hanno trovato rifugio in tende fornite dalla Slovacchia”.
Opportunità e punti deboli. I giovani che si registreranno, via internet (http://europa.eu/solidarity-corps), nel Corpo dovranno sottoscriverne la “Carta”, con il mandato e i suoi principi, corrispondenti a quelli dell’Ue: democrazia, diritti umani, promozione di una società giusta ed equa, solidarietà entro e oltre le frontiere europee, pluralismo, integrazione nella diversità… Agli stessi valori dovranno aderire formalmente le ong, gli enti locali, le associazioni, le società pubbliche o le imprese private che si iscriveranno a un apposito registro. A quel punto potranno selezionare, fra i giovani registratisi, coloro che saranno invitati a partecipare a progetti – da realizzarsi nei Paesi membri dell’Unione – sotto forma di volontariato, tirocinio oppure vera e propria occupazione a tempo determinato. La Commissione auspica che fra il giugno 2017 (quando dovrebbero materializzarsi le prime “missioni”) e il 2020, accedano al Corpo 100mila giovani: non certo una soluzione del problema-lavoro in Europa, eppure una spinta da non trascurare alla formazione e all’impiego delle giovani generazioni.
I fondi con i quali saranno retribuiti i giovani lavoratori e rimborsati di ogni spesa i volontari e tirocinanti (comprese spese di viaggio e alloggio, assicurazione, previdenza, malattia) proverranno però da fondi Ue già esistenti, non da nuovi e “freschi” stanziamenti del bilancio comunitario. Questo è un punto debole giustamente sottolineato da varie voci.
Il nodo dei finanziamenti. Il Parlamento europeo il 27 ottobre aveva votato una risoluzione favorevole alla istituzione del Corpo europeo di solidarietà. L’eurodeputato italiano Luigi Morgano, che ha seguito da vicino il lavoro dell’Esecutivo, ora puntualizza: “Il pacchetto per i giovani europei presentato dalla Commissione va, in generale, valutato positivamente”. È “positivo che l’Esecutivo si dia l’obiettivo di coordinare e sostenere gli sforzi degli Stati membri per un sistema educativo moderno, di alta qualità e inclusivo. Alcuni degli strumenti proposti possono rafforzare i sistemi educativi europei e, di conseguenza, promuovere una risposta alla disoccupazione giovanile”. Per Morgano presenta invece “qualche criticità” l’iniziativa del Corpo europeo di solidarietà: “La previsione di un pilastro ‘professionale’ oltre quello del ‘volontariato’, così come l’obiettivo di prevenzione e risposta alle situazioni di crisi (accoglienza rifugiati e migranti, disastri naturali…), lo differenzia”, ma forse non in modo sufficiente, “rispetto all’esistente Servizio volontario europeo. È discutibile, però, il finanziamento di questa iniziativa, perché previsto attraverso i programmi già esistenti”.
da Agensir