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Da Toronto ad Amatrice, l’impresa di Tony Zingaro originario di Baia e Latina

Insieme ad altri italiani residenti in Canada, Tony ha messo in piedi un evento e r accolto 40mila dollari, divisi tra 4 bambini rimasti orfani che il 24 agosto - girono del terribile terremoto - erano ad Amatrice in vacanza

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tony singaro ad amatrice

Tony è stato ad Amatrice. Ha voluto vedere con i propri occhi i segni della morte e della devastazione che hanno segnato per sempre la vita di migliaia di persone, e tra esse quella di 4 bambini, cui ha consegnato un piccolo premio di solidarietà a nome di numerosi italiani residenti in Canada, come lui.
Antonio Zingaro, originario di Baia e Latina, ha lasciato l’Italia a soli 8 anni. La sua vita trascorre tra il lavoro, la famiglia e numerose manifestazioni di solidarietà: già altre volte abbiamo parlato del suo impegno a favore di Safehaven, associazione che si occupa di bambini disabili: Tony riesce, attraverso serate di gala e diverse manifestazioni, a reperire fondi destinati alla ricerca.
Così è stato anche dopo il terremoto del 24 agosto che ha colpito l’Italia centrale: “Quelle immagini ci hanno sconvolti… Dopo aver contattato i nostri parenti in Italia, e dopo esserci accertati di quello che era successo, in soli 12 giorni abbiamo organizzato l’evento di beneficenza per destinare un’offerta in denaro alle famiglie che ne avessero bisogno”.
In breve, un piccolo comitato composto da Tony, Phil Aiello, Vince De Rosa, Michael Iamundo, Luciano Lista, Adal Simeone, Joe Volpe (il gruppo nella foto) ha organizzato l’evento per il 9 novembre.

tony singaro ad amatrice

Uno degli amici, Filippo Aiello, rinomato ristoratore italiano di Toronto, ha messo a disposizione il suo locale: oltre 400 persone – per la maggior parte italiane -; 8 artisti singoli e gruppi musicali tutti disponibili a dare una mano, e una raccolta di fondi che in un sola serata ha sfiorato la cifra di 40mila dollari.
Successivamente, la necessità di reperire i destinatari delle donazioni: minorenni orfani di entrambi i genitori. Il contatto con Enzo Maiello (chitarrista di NovA, il gruppo di pop rock cristiano della nostra Diocesi) di Baia e Latina è stato fondamentale. Lui, in servizio nel corpo della Guardia di Finanza, era da poco venuto a conoscenza della storia di due sorelline – Chiara e Francesca – alle quali il Corpo stava già offrendo aiuto; poi è stato necessario procedere ad una serie di difficili riscontri incrociati, che alla fine hanno portato a scoprire anche i nomi e la storia di Gabriele e Alessandro, che quel terribile giorno erano ad Amatrice solo per trascorrere una vacanza con i genitori. A quel punto è iniziata la altrettanto complicata ricerca delle generalità complete e dei recapiti dei due bambini ai quali si è arrivati grazie alla collaborazione delle parrocchie di appartenenza dove, grazie alla cortese disponibilità dei rispettivi Sacerdoti, lo stesso Enzo Maiello è riuscito a recuperare i contatti telefonici dei tutori dei bambini.

Tony ha incontrato i due ragazzini a Roma, presso la parrocchia di San Giovanni Battista de Rossi: “Mi ha sorpreso il modo in cui li ho visti parlarsi, raccontarsi di quegli attimi terribili: bambini cresciuti all’improvviso, pienamente coscienti di un dramma che sarà sempre con loro, ma disposti a parlarne come di un’impresa da cui ne sono usciti vincitori, da eroi, ma da soli”.
Nella sera della stessa giornata l’incontro con Francesca, una delle due sorelline, presso il Teatro Vespasiano di Rieti, a margine del gala organizzato dal Comando Generale della Guardia di Finanza per la presentazione del Calendario Storico 2017 del Corpo (dopo la consegna materiale dell’assegno spettante alle due sorelle, nelle mani del loro tutore, avvenuta nel corso di una breve cerimonia tenutasi nel primo pomeriggio presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rieti).
La consegna del premio, in Italia, è stata anche l’occasione per fare una breve sosta ad Amatrice. “Quello che appare agli occhi è overwhelming…” Spiega Tony, espressione che è difficile da tradurre in italiano, ma vuole significare una situazione fuori da ogni logica, che va oltre la propria immaginazione. “Vedere una città a brandelli, mentre gli indumenti ancora penzolano dagli armadi, le lenzuola ancora stese ad asciugare perché da quella mattina più nessuno le ha raccolte, fa pensare solo alla morte, e a nent’altro.”
“Il successo di una persona non si misura da quello che hai nel portafoglio, ma dalla solidarietà di cui ti fai promotore”. Tony spiega così il suo impegno per il sociale e lo fa rivelando un concetto di partecipazione, a cui in Canada si è abituati fin da piccolissimi a scuola: “Quello che la comunità ti offre, tu lo restituisci così. Siamo tutti parte di una famiglia universale da cui si riceve tanto, e altrettanto bisogna rendere… (…) La carità è un impegno, un sentimento, la risposta alle cose belle che riceviamo dalla vita ogni giorno…”.
La speranza di Tony è quella di poter essere di buon esempio per tanti altri italiani residenti all’estero “spinti, perché no, dalla stessa voglia di continuare ad amare il proprio paese di origine, scavando nei ricordi del passato, quando tante ferite, tanti dolori hanno segnato i nostri parenti per i numerosi motivi…”

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