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Piedimonte Matese: in una fiamma, la fede di San Marcellino e dei piedimontesi

Numerosi, ieri sera, i fedeli che hanno preso parte alla rievocazione del miracolo, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, con il canto dei Vespri ed il bacio della reliquia del Santo Patrono

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San Marcellino piedimonte matese

Il raccoglimento e la preghiera. Non la pompa magna di una festa patronale, bensì un appuntamento intimo, di dialogo e di ascolto, di spiritualità e di affettuosa riconoscenza, con il cuore traboccante di devozione e preghiera, sotto lo sguardo del Patrono. Sono i sentimenti che ieri sera, a Piedimonte Matese, la Comunità parrocchiale di Santa Maria Maggiore e la cittadinanza hanno assaporato, rinnovando il ricordo del miracolo della lampada.

La storia del prodigio. Narrano le cronache dell’epoca che la sera del 4 gennaio 1692 il Vescovo di Alife ed il Governatore della Città erano in procinto di pubblicare i decreti pontifici con i quali San Marcellino, prete e martire romano, veniva riconosciuto Patrono tanto della Terra di Piedimonte quanto dei sobborghi ad essa soggetti (Vallata e Sepicciano, Castello, San Gregorio e San Potito); improvvisamente, intorno alle 21.30, una lampada presso l’altare del santo si riaccese da sola e – priva di olio – arse per ben tre giorni, alta 45 cm.

fiamma san marcellino piedimonte mateseLa commemorazione. Circa alla stessa ora del prodigio, i fedeli si sono ritrovati presso il transetto sinistro della Chiesa madre piedimontese, volutamente lasciata al buio per essere punteggiata dalla luce di minuscole fiammelle, poste intorno all’altare del santo.
Una cornice mistica, resa ancora più suggestiva dal canto dei Vespri, preparato dalla Schola Cantorum parrocchiale e guidato dal Parroco Don Andrea De Vico, in collaborazione con Don Massimiliano Giannico. Chiara e sentita la parola del Parroco, al termine della preghiera liturgica “Questa sera abbiamo di fronte a noi il segno della luce – ha esordito Don Andrea – e domani sera sarà ancora più forte, perché l’Epifania è la stessa luce. Ed è la stessa luce che abbiamo in comune, in quanto battezzati, con San Marcellino. Perché questa luce è la Fede.”
Il Parroco ha poi concluso “Stasera San Marcellino, tramite questo segno della lampada, fa sentire la sua voce e immagino possa dire le stesse parole del Profeta Isaia ‘Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce’ ”.
La riflessione di Don Andrea ha preceduto la lettura di una breve nota storica, durante la quale è stato rievocato il prodigio mediante l’accensione simbolica di una lampada presso l’altare del Santo: uno ad uno infine, i fedeli si sono accostati alla balaustra per baciare la reliquia del Patrono, mentre il canto dell’Inno a San Marcellino chiudeva solennemente la cerimonia.

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