La protesta più accesa di questa mattina viene dalla Scuola media Giacomo Vitale di Piedimonte Matese dove alunni e professori sono al freddo a causa di un blocco costante e ripetuto della caldaia che alimenta il sistema di riscaldamento: i ripetuti contatti con il Commissario prefettizio Vittoria Ciaramella non hanno portato i risultati sperati, ma solo acuito le tensioni tra cittadini ed istituzioni preposte a garantire l’ordinario.
E non è forse ordinario il tepore dovuto nelle aule, in un territorio che ormai da 10 giorni vive con temperature che non superano i 4 gradi centigradi?
Disagi anche per le scuole superiori il cui sistema di funzionamento del riscaldamento (come molto altro) dipende direttamente dalla Provincia di Caserta: Dirigenti, professori e alunni lamentano il ridotto numero di ore in cui sono accesi i termosifoni: alle 12.00 il riscaldamento è ormai interrotto mentre le lezioni proseguono oltre le ore 14.00; pochissime ore di tenue calore sono insufficienti a riscaldare le aule degli edifici scolastici ai piedi del Matese; non solo: è ormai risaputo che l’accensione limitata di una caldaia riduce di fatto il suo potere di riscaldamento, premiato invece sulla durata costante e prolungata, causando diversamente un maggiore speco di energia.
Chiedono maggiore flessibilità da Caserta, i Dirigenti, ma soprattutto i ragazzi, fermi per lunghe ore nei banchi: di fatto una scuola di Piedimonte Matese non gode del clima più mite che spesso tocca le città del basso casertano.
Chiedono voce, visibilità; chiedono il dovuto, che molto spesso è anche il minimo concesso, chiedono ciò che è essenziale per far sembrare le nostre scuole di periferia ambienti normali e non trincee perennemente allestite dove si combatte per difendere a denti stretti e tutelare il diritto allo studio (che nei contesti più civili è la priorità di ogni responsabile Istituzione).
Piedimonte Matese. Scuole al freddo nel totale disinteresse delle Istituzioni
Genitori, alunni, Dirigenti dicono basta. Il freddo degli ultimi dieci giorni ha reso impraticabili le aule scolastiche costringendo molti alla protesta