I ragazzi del Catecumenato crismale di Pontelatone e Piana di Monte Verna, accompagnati dai loro catechisti-educatori hanno trascorso l’Epifania in un campo scuola, “Siamo venuti per adorarti”, a San Giovanni Rotondo. Qui hanno pregato e insieme condiviso momenti di emozione autentica, improntati su quattro verbi: chiamare, adorare, annunciare e ringraziare, come ci racconta Teresa Caputo, nella lettera che riportiamo di seguito.
di Teresa Caputo
Il 4 gennaio siamo partiti per San Giovanni Rotondo, in Puglia, dove abbiamo partecipato ad un campo scuola ricco di emozioni. Tema del campo “chiamare, adorare, annunciare e ringraziare”. Siamo arrivati a ora di pranzo e nel pomeriggio ci siamo ritrovati nell’auditorium, dove, con canti e balli, abbiamo inaugurato questa nuova avventura. In seguito abbiamo assistito alla proiezione di un video, in cui Gesù ci è stato presentato come colui che ci conosce da sempre, ancor prima di essere partoriti.
Illuminanti sono state le parole di Paolo, uno dei nostri educatori, il quale ci ha portato a riflettere sul concetto di Natività, sulla stella che guida il viaggio dei Magi e sul senso del loro incamminarsi alla volta del Bambino. In particolare, insieme siamo giunti alla conclusione che quei magi siamo noi e ogni giorno siamo chiamati dal Signore a seguirlo, ma anche a cambiare strada. I momenti successivi della giornata li abbiamo dedicati alla preghiera.
Il giorno seguente, dopo colazione, ancora animazione con canti e balli e poi preghiera. Dopo pranzo è stato Andrea a parlarci del significato dei Re Magi, e del loro abbandono totale a Gesù. Nel pomeriggio ci siamo confessati e poi la sera abbiamo partecipato all’adorazione. È stata questa la parte della giornata più magica, poiché si avvertiva il desiderio da parte di ognuno di ringraziare Dio, con cuore sincero.
La mattina dell’Epifania siamo stati svegliati dalla neve che, copiosa, cadeva giù, e poi come al solito ci siamo messi a pregare per i nostri familiari e per i nostri fratelli. Perché amare Dio? A guidarci verso la risposta è stato Vincenzo, il quale ci ha raccontato la sua testimonianza, spingendoci a cogliere quanto sia importante questo amore, perché arreca alla nostra vita positività, quel qualcosa in più che ha per simbolo la croce; ma soprattutto ci ha consigliato di ardere sempre d’amore, perché altrimenti “qualcuno al nostro fianco morirà di freddo” (cfr. F. Mauriac). Il pomeriggio Padre Antonio, dopo aver celebrato la santa messa, ci ha mostrato il convento dove Padre Pio ha vissuto gli ultimi suoi 50 anni, provando una forte emozione nel ripercorrere quei luoghi. Di sera, in auditorium, il divertimento ha avuto inizio, e alle 23.30 Babbo Natale e la Befana ci hanno deliziato con dolciumi vari. Sono stati giorni così belli che, al momento della partenza per il rientro, le lacrime non hanno tardato a cadere giù. Neppure la neve ci ha impedito di partire, così la mattina seguente, a malincuore, ci siamo congedati da quella esperienza magnifica.
Un grazie immenso va alle persone che ci hanno spinto a pregare, e lo fanno ogni giorno, avvicinandoci alla misericordia di Dio. Solo chi realmente ha avuto il desiderio di lasciarsi andare può comprendere la grandezza di un Dio che vive.
Così si sono svolti questi quattro giorni e le mie vacanze natalizie non potevano avere un epilogo migliore.