Le origini linguistiche della città di Piedimonte Matese, mai divenuti ufficiali, sono oggetto del libro scritto da Giovanna Mastrati e pubblicato da Ikone per l’Associazione Culturale Byblos.
Ncoppa, mezu, abbasciu. Sintesi (imperfetta) di una città è il titolo del testo che verrà presentato domenica 29 gennaio, presso la sede dell’Associazione storica del Medio Volturno, alle 17.30.
Nelle pagine del volume vengono riportati diversi “modi di dire” e toponimi che fanno parte del linguaggio dialettale (“ncoppa Santusavastianu”, “mezu Sandrumminucu”, “adderete e tiratoie”, “mezu u mercatu”, “ncapo Vallata”), ancora oggi usati per indicare scorci in particolare riferiti al centro storico piedimontese, cuore pulsante della città.
L’autrice ha voluto raccontare al lettore i tratti più significativi della cittadina matesina, servendosi di fotografie che ne ritraggono l’identità sociale oltreché linguistica.
Ancora una volta dunque la città di Piedimonte si trova a essere protagonista di un libro ad essa dedicato, che ne mette in evidenza aspetti destinati a rimanere scolpiti per sempre nella memoria collettiva.
Appena sabato scorso, infatti, un altro prezioso contributo alla storia e al patrimonio architettonico del capoluogo matesino è stato esposto in Episcopio a Piedimonte: Il patrimonio architettonico ecclesiastico dell’antica diocesi di Alife: trasformazioni di preesistenze medievali e nuove creazioni tardo-barocche opera dell’architetto Katiuscia Marino. Il libro è il frutto delle ricerche di Dottorato in Progettazione architettonica e urbana e restauro dell’architettura e analizza la florida stagione architettonica che tra Seicento e Settecento, ha impreziosito il territorio di Piedimonte e dei numerosi sobborghi che ne facevano parte, non senza toccare la stessa città Alife.
Angoli di visuale diversi, punti di focalizzazione differenti, che tuttavia sortiscono lo stesso effetto su chi, tra una pagina e l’altra, si trova a confrontarsi con posti e monumenti della sua città visti ogni giorno, ma magari distrattamente.
Più voci a “difesa” di Piedimonte Matese, ma sovente voci che si diffondono in direzioni diverse, quando la fatica è mettere insieme un progetto comune; non un unico progetto, ma il il sogno comune di una bella città da condividere nei momenti “pubblici” di confronto sempre occasione di arricchimento reciproco e stimolo ad una mentalità di partecipazione.