Comunicato stampa. Nel parere elaborato da Apostolos Tzitzikostas (EL/PPE), governatore della Regione della Macedonia centrale, il CdR plaude al fatto che la cultura e il patrimonio culturale siano riconosciuti come strumenti di sviluppo regionale e locale, e invita gli Stati membri ad accelerare l’adozione della strategia proposta dalla Commissione Europea per porre la cultura al centro delle relazioni internazionali dell’UE. Segnala poi la necessità di renderla più stringente con un maggior numero di obiettivi specifici e scadenze di attuazione, come pure di coinvolgere gli enti locali e regionali in tutte le fasi.
Un punto sollevato anche dall’europarlamentare Silvia Costa (IT/S&D), relatrice in materia per il Parlamento Europeo: “Credo che il ruolo degli enti locali, delle città e delle loro reti vada rafforzato per garantire una più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla cooperazione culturale e al dialogo interculturale. Il loro è un ruolo di primo piano anche in relazione all’ambizione dell’UE di diventare un attore forte a livello globale. Le esperienze maturate nell’ambito della cooperazione decentrata, dei partenariati in materia di cultura ed istruzione, nonché del programma “Capitali europee della cultura”, avranno un forte valore in questa nuova strategia europea”.
Ricordando che le industrie culturali e creative forniscono posti di lavoro di qualità e promuovono una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa, il Comitato si rammarica per i recenti tagli di bilancio nel settore della cultura in molti Stati membri. “La spesa per la cultura non è un lusso, bensì un investimento. È necessario un sostegno strategico per rendere possibile lo sviluppo di un settore che impiega oltre tre milioni di persone e in cui opera un milione di imprese in Europa”, ha ricordato Tzitzikostas.
Inoltre, nel parere viene fatto rilevare che una migliore conoscenza della cultura e del patrimonio culturale europei contribuirebbe a una migliore integrazione dei migranti e dei rifugiati, nonché a combattere l’estremismo e il populismo in Europa. Particolarmente importante è incoraggiare la partecipazione dei giovani alla concezione e alla realizzazione di attività culturali inclusive. I programmi di mobilità e di cooperazione interuniversitaria, come Erasmus+ che celebra il 30º anniversario nel 2017, agevolano lo scambio di idee indipendentemente dal profilo culturale, religioso o nazionale dei partecipanti.