“Il Tribunale ecclesiastico interdiocesano è una scelta coraggiosa, frutto di una decisione, cui si sono sottratte importanti Circoscrizioni ecclesiastiche italiane, ma fermamente voluta dai vescovi di tre delle più piccole Diocesi della Campania”.
Con queste parole Mons. Valentino Di Cerbo, in qualità di Vescovo moderatore del Tei, ha salutato l’assemblea presente ieri all’inaugurazione del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Sessa Aurunca, Teano-Calvi.
A Teano, presso il Palazzo vescovile che sede di quest’organo di giustizia, si è dato inizio al primo anno giudiziario alla presenza di circa 200 tra sacerdoti e avvocati. Diverse le autorità civili e militari convenute, e la gradita sorpresa della presenza di mons. Erasmo Napoletano, Presidente del Tribunale Ecclesiastico regionale. Ospite atteso, mons. Vito Todisco della Rota romana per la prolusione su La famiglia nel nuovo ordinamento canonico e le direttive di Papa Francesco.
A presiedere l’evento, i vescovi delle tre Diocesi coinvolte nel progetto avviato lo scorso 19 marzo rispettivamente Mons. Valentino Di Cerbo, Mons. Francesco Orazio Piazza e Mons. Arturo Aiello.
I saluti di benvenuto e il bilancio più che positivo di questo primi mesi di attività (i servizi del Tribunale sono iniziati a settembre) sono stati affidati alle parole di Mons. Leone, vicario giudiziale: già diverse cause chiuse e alcune in corso; dai 2 ai 4 mesi i tempi di lavoro e conclusione dei processi di nullità matrimoniale “grazie alla professionalità degli Avvocati, al loro impegno, e alla collaborazione dei laici coinvolti nelle cause” ha spiegato il sacerdote della Diocesi di Sessa Aurunca, manifestando gratitudine anche a tutto staff di lavoro composto da giudici, economo e segreteria.
Dai vescovi parole di riconoscenza al Santo Padre che con la lettera apostolica del 2015 Mitis Iudex Dominus Iesus ha aperto alla Chiesa la strada e la possibilità di affrontare il tema della nullità matrimoniale in termini nuovi di pastoralità e gratuità.
Quello del Tribunale interdiocesano delle Diocesi dell’Alto Casertano “è la risposta coraggiosa – come ha spiegato Mons. Di Cerbo – di tre comunità che nell’ottica del nuovo servizio chiesto da Francesco, mettono insieme le forze, le potenzialità e i tratti comuni di un contesto sociale locale”. Rivolgendosi ai sacerdoti presenti, l’invito del vescovo di Alife-Caiazzo ad “affrontare la pastorale familiare con serietà e zelo, ad accostarsi al problema delle famiglie ferite” testimoniando la misericordia di Dio che su tutti si china (qui trovi l’intervento di Mons. Valentino Di Cerbo).
L’intervento di Todisco ha aperto i presenti alla riflessione sul matrimonio e sulla famiglia in termini giuridici e pastorali, collocando questa nel complesso universo contemporaneo in cui insistono da più parti – ad alterarne la natura e la solidità – fattori sociali, culturali e politici. Citando a più riprese il documento di Papa Francesco, Amoris laetitia, pubblicato dopo il Sinodo sulla famiglia, Todisco ha ricollocato i punti cardine che il Santo Padre chiede per la nuova Chiesa in uscita: “La famiglia torni ad essere modello di fraternità universale e di società umana, riconoscendone, il valore di unico centro capace di generare relazioni e in cui si impara ad amare”.
Accompagnare la preparazione al matrimonio e la vita post matrimoniale, tutelare, sostenere, promuovere questo modello cristiano nella diversità dei ruoli genitoriali è stato l’invito ai sacerdoti presenti su cui Todisco è tornato nel dibattito che ha coinvolto l’assemblea al termine del suo intervento.
Da Mons. Piazza la sollecitazione “perché le Strutture si adeguino ai fini”, per meglio concretizzare l’azione di Chiesa in uscita china sulle fragilità umane, “il vero cuore di questa scelta interdiocesana”.
Per Mons. Aiello, “un’azione rivoluzionaria” quella voluta dalla Chiesa per le famiglie; “rivoluzione che diversamente dalla sua natura, questa volta non viene dal basso, ma dall’alto, da Papa Francesco”. La storia fa il suo corso, ha precisato il vescovo di Teano, padrone di casa, e in essa si innesta l’uomo con le coraggiose scelte per l’uomo, fino a parafrasare il cantautore italiano De Gregori, evidenziando la responsabilità di abbracciarla e affrontarla tutta la vicenda umana, aggiungendo “La storia non passa la mano, la storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano”.