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Il Regno di Dio e la sua giustizia. Commento al vangelo di domenica 26 febbraio

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A cura di don Andrea  De Vico
Anno A – VIII per Annum (Mt 6, 24-34)

“Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”

Nell’ultima parte del discorso della montagna Gesù parla della giustizia del Regno. Le contrapposizioni con la casistica degli scribi e le osservanze dei farisei sono superate. L’insegnamento di Gesù oltrepassa l’aspetto giuridico e diventa di tipo sapienziale, indica uno stile di vita: “non si può servire a due padroni”. Nel mondo antico il servo deve stare a disposizione del suo padrone giorno e notte, è chiaro che non può svolgere due mansioni simultaneamente. Eppure ci sono cose che nel cuore umano prendono il posto di Dio. “Mammona” sta a significare l’accumulo di denaro, la fiducia in un denaro che diventa talmente solido e invadente da rubarsi tutto lo spazio. Di qui la “rivalità” di questi due “padroni”, Dio e il denaro, nel cuore umano.

Alcuni pensano al denaro come a una benedizione di Dio, a un premio per la loro giustizia, atteggiamento tipico della morale protestante. Altri pensano che la gloria di Dio aumenti in proporzione della loro offerta in denaro, e questo è un vizio dei cattolici, del nostro doppio senso di appartenenza. C’è stato un tempo in cui ricchi signori e principi vescovi costruivano chiese e cappelle sontuose “per la gloria di Dio”, in realtà lo facevano per celebrare sé stessi e il proprio casato. Loro sono scomparsi, ma le tracce della loro sconfinata presunzione sono rimaste in questi monumenti che ora ammiriamo come se avessero dovuto per forza far parte della nostra storia.

Cos’è il “primato” del Regno di Dio? Significa che io “devo” andare a Messa, “devo” fare l’elemosina, “devo” fare il corso di cresima? No: tutti questi “doveri” sono convenienze umane che non hanno nulla di divino. Anzi a noi viene più comodo scambiare questo tipo di “doveri” con i veri “doveri” più importanti. Nel momento in cui siamo stati a Messa e abbiamo fatto l’elemosina, ci sentiamo “a posto” e mettiamo a tacere la coscienza che ci richiama ai doveri di giustizia verso il prossimo. Gesù è contrario a questa morale dei doveri e dei precetti, e difatti si è opposto agli scribi e ai farisei. Per “primato” Gesù intende il “desiderio” del Regno, un “cercare” prima di tutto il Regno e la sua giustizia. Infatti “cercare”, in greco “zetein“ (da cui anche la parola “zelo”), esprime il desiderio, lo slancio, la passione, la “gelosia” di una cosa che sento mia.

Ma è proprio vero che Dio viene “prima?” “Adesso non ho tempo, devo andare in bicicletta. Io lavoro giorno e notte, devo pure riposare. Io devo andare a scuola, ho tanto da studiare, poi c’è la palestra, ci devo proprio andare. Domani vedremo, ma oggi non posso. Godiamoci la vita, ancora non c’è fretta, tanto Dio aspetta … Poi come un ladro arriva di notte, il tempo è finito, il cuore non batte (1). Ecco, se noi non mettiamo Dio al primo posto, le cose in cui confidiamo ci faranno un brutto scherzo. Penseremo di avere più tempo, cercheremo di eliminare le rughe del tempo, e invece faremo l’amara scoperta che il nostro tempo sarà già scaduto.

Gesù non mi mette di fronte a una alternativa, o il Regno di Dio o le cose del mondo. Non è che dobbiamo disprezzare le cose terrene perché inferiori, indegne dell’uomo che è spirito. Gesù dice tutt’altro. Gesù mi chiede semplicemente di mettere il Regno di Dio “prima” delle altre cose. Il “primato” del Regno è condizione affinché le cose possano essere alla mia portata! Il primato del Regno crea uno spazio per il buon uso dei beni e il buon vivere. La giustizia del Regno è il modo giusto con cui Dio tratta l’uomo, di conseguenza sarà il modo con cui noi ci trattiamo tra di noi!

 (1)   Marcello Marocchi, “Tanto Dio aspetta”, CD “Caino che è”, EP, Roma 1987

1 COMMENTO

  1. eccellente messaggio ma anche questo, come centinaia di altri che ho letto, si limita a spiegare solo la prima parte della frase del Figlio di Dio…

    “Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”

    na nessuno, dico nessuno, affronta la spiegazione di cosa sia chiaramente “…… la sua giustizia”.
    Cos’è LA SUA GIUSTIZIA?… dove si cerca?…. dove si trova?… dov’è descritta?… in cosa consiste nella pratica?… nessuno ne da una spiegazione chiara, dettagliata e verificabile nelle Scritture e non l’esposizione di una personale supposizione!

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