Continuano le buone notizie, per l’universo artistico e culturale dell’area matesina. Due delle sue esponenti più illustri, Anna e Mirella Zulla, hanno ottenuto un nuovo ed importante riconoscimento in occasione di una manifestazione a carattere nazionale.
Si può parlare a tutti gli effetti di un evento unico, trattandosi della IX edizione del Concorso Il volo di Pegaso, la cui fase finale si è tenuta lunedì scorso presso l’Aula degli Intergruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma.
La kermesse, realizzata in occasione della Giornata Mondiale delle malattie rare (Rare Disease Day) dal Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, diretto da Domenica Taruscio ed affidata alla direzione artistica di Ilaria Sergi ed Emilia Orlando (Loft Gallery Spazio MatEr), è stata patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Un’iniziativa meritoria, a cui si è unita l’importanza di una location ambita e di una giuria d’eccezione, tra cui spiccavano nomi di grido: Vittorio Sgarbi, Maria Rita Parsi, Santino Carta e Gian Paolo Serino, solo per citare i più noti.
Questi ultimi hanno avuto un gran da fare, giacché alla competizione hanno partecipato oltre cento artisti provenienti da tutta Italia, comprese le nostre sorelle Zulla. Anna ha partecipato con Oltre, una pittura delicata, dai toni tenui ed a tratti bucolici, particolarmente interessante per la tecnica utilizzata, acrilico e inchiostro su cartoncino; Mirella, invece, ha presentato Costellazione, un dipinto ad olio su tela dove il suo inconfondibile stile, tendente al puntinismo, ha trovato una nuova ed inedita declinazione.
Sebbene siano risultati vincitori Evita Andujar per la pittura, Luca Coser per il disegno, Fabio Masotti per la scultura, Alfredo Dante Vallesi e Inna Rogatchi per la fotografia, Anna Zulla è stata ufficialmente designata tra i finalisti, mentre Mirella Zulla ha avuto comunque il piacere di vedere la sua opera offerta all’attenzione dei presenti nel corso della conferenza, dove si è parlato tra l’altro dell’importanza della prevenzione, trattandosi di un tema molto delicato, quello delle malattie rare, il cui 20% non è dovuto a cause genetiche ma a fattori esterni, quali alimentazione, ambiente, oppure imprevedibili reazioni immunitarie. Una tematica seria dunque, dove Sgarbi si è inserito affermando che “La malattia e l’arte sono legate da vincoli stretti, anzi possiamo dire che nessun artista è grande se non è un uomo malato”, mentre Maria Rita Parsi ha chiuso degnamente, dicendo che “Ciò che è raro, perfino una malattia, è o può diventare prezioso – pertanto – ci vuole attenzione, ascolto, ricerca, competenza, condivisione, alleanza. Ci vuole informazione e formazione”.
La gioia di Anna e Mirella. Più che comprensibile la soddisfazione delle sorelle Zulla, le quali ancora stentano a trattenere tutto il proprio entusiasmo per quanto sta accadendo loro. “È stato bellissimo – ha esordito Anna, parlando a nome di entrambe – non solo per l’importanza della sede istituzionale che ci ha ospitato, ma per l’onore altissimo di essere state scelte ed ammesse a questo evento. Già di per sé tutto questo è stato una vittoria.
Lo stupore, in realtà, è iniziato già qualche settimana prima, quando la nostra addetta stampa è stata raggiunta da una mail dell’organizzazione, la quale accettava le nostre opere. Stupore che si è tramutato in gioia quando Oltre è stata scelta tra le opere finaliste.” E poco importa se l’opera di Anna non è risultata vincitrice, giacché dal 6 al 26 maggio 2017, presso la Loft Gallery Spazio MatEr di Roma (e presto anche a Milano), si aprirà la mostra ufficiale del Concorso con le opere di tutti gli artisti, quindi Oltre figurerà tra le realizzazioni che avranno un posto d’onore. Onore che si aggiunge ad onore, a detta della stessa Anna, la quale ha concluso “C’è tanta soddisfazione da parte nostra, ma soprattutto c’è la consapevolezza di aver partecipato ad una manifestazione legata ad una tematica sociale molto importante. E già questo è il massimo della gratificazione.”
Che dire allora? C’è tanto talento ed umiltà in queste stesse parole, unito alla già evidente ed immensa voglia di fare. Una voglia di fare che promette di generare ancora tanti, meravigliosi tesori d’arte, di cui dobbiamo andare orgogliosi anche noi, perché nasceranno e matureranno all’ombra del Matese.