Home Chiesa e Diocesi Alife-Caiazzo. Catechisti e insegnanti di religione “non nascondete i vostri talenti”

Alife-Caiazzo. Catechisti e insegnanti di religione “non nascondete i vostri talenti”

È stato il Vescovo in persona, S. E. Mons. Valentino a guidare la riflessione sulla parabola dei talenti

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di Domenico Mastroianni

Domenica nella chiesa San Sebastiano in Alvignano si è tenuto il ritiro di Quaresima per catechisti, insegnanti di religione ed équipe formativa dei genitori.
Un momento organizzato dall’Ufficio Catechistico, e affidato alla meditazione del vescovo Valentino sulla parabola dei talenti narrata nel vangelo di Matteo. Dal brano letto e meditato è emerso il leitmotiv dell’incontro: la valorizzazione dei talenti che il Signore ha donato a ciascuno.

Valore più volte messo in evidenza dal Vescovo che si è soffermato sul significato della parola talento invitando ad andare oltre l’accezione del termine cui si è abituati a dargli (la cui semantica ha origine proprio da questo episodio del vangelo di Matteo) il senso più profondi di “talenti di Dio”: siamo un enorme cantiere sempre in fermento nel quale ognuno di noi, che sia un operaio,un ingegnere o capomastro, deve attivarsi affinché si edifichi qualcosa di veramente grande.
Forte anche il messaggio sul vangelo della Trasfigurazione che la liturgia ha proposto in questa seconda domenica di Quaresima, in cui Mons. Di Cerbo ha sottolineato come di fronte a tanta grandezza e bellezza l’uomo rischia di sentirsi smarrito e intimorito, e come Gesù sia lì, accanto a ciascuno, sul monte della trasfigurazione per invitare ad alzarsi e camminare.

Negli ultimi anni la pastorale diocesana ha tentato su più fronti il recupero di momenti formativi come questo per richiamare ad una rinnovata partecipazione l’intera Diocesi, in particolare i numerosi operatori pastorali impegnati in diversi settori parrocchiali: segno che la Comunità di Alife-Caiazzo, come un grande cantiere procede il suo lavoro.
L’invito del Vescovo è stato quello di non nascondere il talento, il dono che il Signore ha fatto a ciascuno, in una buca del terreno, bensì metterlo a completa disposizione del buon padrone, della grande famiglia ecclesiale in cui tutti sono chiamati a dare il meglio di sè.

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