S’intitola Elegia Ellenistica ed elegia Romana: nuove scoperte ed ipotesi il nuovo libro scritto da Armando Pepe, insegnante di Italiano e Storia e appassionato di Storia dell’Arte, Storia Contemporanea e di cultura locale.
Il volume, edito da Edizioni Simple, offre una testimonianza interessante e originale del concetto di “amore”, filtrato attraverso gli occhi dei poeti elegiaci greci e latini.
L’amore viene considerato nello spettro di elementi che gli appartengono, in particolare negli stati d’animo che procura e non soltanto positivi. La letteratura greca e quella latina sono permeate da una concezione di amore come fonte non solo di gioia, ma anche di tormento, a cui si riferisce la distinzione, culturale e antropologica, tra eros e pathos. Sull’interazione tra queste due forze si costruiscono le opere dei poeti di età ellenistica e latini.
Ma chi è il poeta? A tal proposito, basti pensare al “poeta amante”, che fa del tormento amoroso linfa vitale della propria esistenza. Pepe presenta al lettore il prototipo del poeta amante attraverso un’ampia casistica che si estende da Meleagro e Properzio. Altra icona del panorama poetico greco e latino è incarnata dal “poeta didaskalos”, il quale impartisce insegnamenti e dispensa rimedi per lenire le ferite d’amore, a tal proposito, vanno ricordati i Remedia Amoris di Ovidio.
Diviso in quattro capitoli, il libro del prof. Armando Pepe rievoca i tratti del sentimento d’amore, così com’è cantato dai poeti elegiaci, seguendone il flusso, dal servitium amoris scelto dal poeta, fino a toccare il punto di massima esasperazione, il labile confine che lo separa dalla follia.
