Home Territorio Piedimonte Matese. Il Museo Civico “si esporta” a Vairano

Piedimonte Matese. Il Museo Civico “si esporta” a Vairano

Un’esperienza che fa rumore e conquista anche Vairano: "Orzo e Gladio", evento promosso dal Museo Civico "Raffaele Marrocco", coinvolge ora gli studenti dell'Alberghiero di Vairano

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Dopo il grande successo dell’evento Orzo e Gladio. La dieta del gladiatore  tenutosi al Museo Civico Marrocco di Piedimonte Matese lo scorso 28 marzo, organizzato dalla direttrice Laura Del Verme assieme all’Istituto Alberghiero, la Conferenza che promuove una giornata di approfondimento archeologico e gastronomico approda anche all’Alberghiero di Vairano nella giornata di mercoledì 12 Aprile, a partire dalle ore 9.30.

Tante le storie epiche che hanno appassionato scrittori antichi e moderni sulle gesta, reali o presunte, di schiavi idolatrati dal popolo ma trattati come merce. Merce preziosa, ma pur sempre merce. Nel tempo moderno, le loro imprese sono state rese leggendarie dalle scoperte, intorno alla metà del Settecento, di potenti e pesantissime armi, soprattutto quelle di Pompei. Passione curiosità per le loro prodezze e per la loro storia esercitano ancora ai giorni nostri un grande fascino, meno nota è la loro quotidianità: gli sfiancanti allenamenti ed appunto la loro alimentazione.

Galeno, famosissimo medico dell’antichità racconta le sue lunghe giornate dedicate alla cura dei gladiatori e riserva una particolare dedizione alla loro efficienza fisica, basandola anche sulla costruzione di appositi programmi alimentari. Diete pensate per potenziale struttura e tono muscolare. Atleti e campioni andavano controllati e seguiti con cura in un tempo in cui le condizioni di vita non erano certo facili, specie se dai combattimenti non si acquistava grande fama. In un anno ogni gladiatore poteva scendere nell’arena dalle due alle quattro volte e viveva in una condizione cronica di stress guidato dalla costante  paura di essere ucciso.  Non altissimi, vegetariani e rispettosi delle regole questo un primo quadro dei combattenti che gli studi archeologici tratteggiano a partire dalle loro stesse ossa. La dieta, gli allenamenti, i combattimenti di 67 gladiatori sono stati infatti ricostruiti grazie ai loro resti, scoperti dagli archeologi dell’università di Vienna nel 1993 ad Efeso, sulla costa egea della Turchia. Dal 2003 ad oggi quelle ossa sono state studiate con metodi di polizia scientifica e da un equipe di paleopatologi dell’Università austriaca. I gladiatori di Efeso avevano dei livelli di calcio elevati; integravano la loro dieta con birra d’orzo  miscelata a cenere d’osso e legno carbonizzato. I romani cioè, in qualche maniera avevano scoperto che alcuni alimenti erano migliori di altri soprattutto per le ossa, li rinforzavano e li facevano guarire più rapidamente. Si deve anche a queste abitudini se gladiatori erano soprannominai hordearii cioè “mangiatori d’orzo”.

Il loro piatto forte di cui si parlerà durante la Conferenza, e che i ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Piedimonte hanno già riprodotto di recente nell’ambito di una delle attività didattiche del Mucirama, era la “sagina”, una zuppa d’orzo con legumi, bagnata con vino acetato, un piatto di cui i gladiatori dell’antica Roma si nutrivano e che gli studi archeologici confermano dopo gli accertamenti scientifici degli ultimi anni.

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