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Alife. La Corte dei Conti accelera sul dissesto

Arriva il deferimento alla Procura della Corte dei Conti della Campania sulla complicata e irreparabile condizione economica del Comune

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A soli 10 giorni dalla dichiarazione di dissesto votata in consiglio comunale la Domenica delle Palme, l’Organo dello Stato preposto al controllo finanziario nell’amministrazione pubblica, ha fissato per il prossimo 4 maggio una convocazione per deliberare su “Irregolarità contabili, come dal contenuto delle accluse osservazioni”.

In 24 pagine, il Magistrato Istruttore della Corte dei Conti Francesco Sucamenli ha dettagliato sulla situazione economica del Comune di Alife approfondendo il lavoro anticipato e già opportunamente trascritto dal Responsabile dell’Area Finanziaria Salvatore Fattore e dall’allegata relazione del Segretario Comunale Antonietta Fortini – documenti già sottoposti allo stesso Organo dello Stato – messi agli atti presso la Casa comunale e dati in visione a stampa e cittadinanza ormai da alcune settimane.

Nella relazione di deferimento ricevuta questa mattina presso il Comune,  il Magistrato espone i gravi fatti contabili che negli anni – addirittura si ricorre al 2004 – hanno portato l’Ente alifano ad un irreparabile default; nelle pagine inviate al Sindaco Cirioli risultano questi i passaggi fondamentali: l’ordine a comparire presso la Corte dei Conti in data 4 maggio; l’invito al Sindaco e ai dirigenti responsabili a voler produrre  ulteriori “memorie illustrative e documenti” entro il prossimo 28 aprile, poi il dettaglio sul buco economico.

Incassano un ottimo risultato il sindaco Salvatore Cirioli e la sua Giunta più volte messi alle strette negli ultimi giorni dai severi giudizi dell’opposizione politica e da alcune dichiarazioni dell’ex assessore di maggioranza Angelo Giammatteo intervenuto a mezzo stampa su posizioni palesemente contrarie alla proposta di dissesto finanziario.

Il corposo testo a firma di Sucameli mette in evidenza due aspetti fondamentali ad avvalorare la richiesta di dissesto finanziario che Fattore (nella foto) già esponeva: tale atto risulterebbe solo il primo strumento correttivo per la finanza alifana e che i dati storici sono espressione e conferma di un atto dovuto – il dissesto – non comparabile ad una possibilità di riequilibrio di bilancio.

Tra le note più forti messe in luce dal Magistrato della corte dei Conti, “ragione principale del deferimento” è la “sistematica sovrastima prima delle previsioni e poi degli accertamenti delle entrate, con ricadute sulla capacità di adempiere regolarmente le obbligazioni assunte per spesa autorizzata. Sistematica violazione del principio del pareggio di bilancio”.
Di fatto i dati rilevabili dal sito web di Finanza Locale del Ministero degli Interni e le certificazioni di deficitarietà ex artt. 242 e 243 del TUEL confermano ancora una volta il lavoro del funzionario Salvatore Fattore.

“Una contabilità gravemente compromessa” è l’espressione con cui Sucameli apre la sua relazione, e poi aggiunge prima di entrare nel dettaglio: “l’andamento storico delle entrate correnti, a consuntivo, infatti è altamente volatile e randomico, fuori dal range dell’ordinario, in assenza di evidenziazione di fatti straordinari che ne possano giustificare il trend”. Espressioni accompagnate da grafici e tabelle ormai note a quanti hanno preso in visione la relazione di Fattore, solida base su cui si innesta il lavoro ultimo della Corte dei Conti destinato ad essere ancora e ulteriormente approfondito.

Sotto accusa una serie di gravità contabili causa del peggiore male per Alife, tra cui il servizio di riscossione affidato a Publialifana e l’irregolare gestione dei fondi ex DL 35/2013 che hanno consentito al Comune di ricevere liquidità per saldare debiti pregressi. Che il Comune non abbia incassato rispetto alle spese affrontate e alle previsioni di entrata, che le Amministrazioni e dirigenti di turno abbiano commesso illegitimità contabili e consentito ad una fetta di popolazione di frodare lo Stato (e tanti altri concittadini), ormai è chiaro a tutti.

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